IL ROMANISTA (A. F. FERRARI) - Nella rifinitura di ieri mattina urlava talmente forte che lo si poteva sentire da fuori le mura del Bernardini. Morgan De Sancits non molla e pretende che come lui non molli nessun altro. Il campionato non è finito, c’è una qualificazione diretta alla Champions League da conquistare. Un secondo posto insperato a inizio stagione ma che partita dopo partita si sta concretizzando sempre di più. Ieri il portiere giallorosso, vero e proprio leader dello spogliatoio, ha incitato i compagni, li ha richiamati, ha tenuto alta la tensione per tutta la rifinitura perché la partita contro l’Udinese di questa sera è importante per mille motivi. Soprattutto per la squadra ma anche per lui che si ritroverà davanti una sua ex squadra. Non una qualsiasi dato che a Udine Morgan ha trascorso ben 8 stagioni: dal 1999 al 2007. Con la maglia bianconera ha giocato ben 194 partite togliendosi anche qualche bella soddisfazione.
Il rapporto però nel 2007 si interuppe non nel migliore dei modi. De Sanctis chiese la rescissione del contratto alla FIFA, avvalendosi della norma secondo cui un calciatore che ha superato i 29 anni può richiedere l’interruzione del contratto con una squadra pagando un indennizzo basso. Una mossa che non piacque molto alla famiglia Pozzo, ma questo ormai è il passato. Ora conta solo la Roma con cui Morgan vuole tornare a vincere dopo lo stop di Napoli e per Kevin Strootman come ha ammesso qualche giorno fa durante un evento legato al suo sponsor tecnico: «Speriamo di regalare a noi e a Kevin un finale di stagione importante, che consolidi la nostra classifica».
Una partita, quella contro l’Udinese, a cui la Roma arriva più o meno nello stesso modo in cui arrivò all’andata, lo scorso 27 ottobre. In quel periodo la squadra era "sotto shock" per gli infortuni di Totti e Gervinho. Certo, molto meno seri rispetto a quello rimediato da Strootman, ma comunque importanti per la squadra. La partita fu molto combattuta ma alla fine, nonostante l’espulsione di Maicon, la Roma vinse 1-0 grazie al gol di Bradley. A rimanere impressa nella mente dei tifosi, oltre alla grinta messa in campo dalla Roma, fu l’esultanza del portiere giallorosso dopo il fischio finale. Morgan iniziò a correre sotto il settore occupato dai tifosi della Roma urlando tutta la sua gioia e si aggrappò alla rete continuando ad urlare a squarciagola. Insomma, un’esultanza che fece capire quanto fosse importante quella partita, quella vittoria. E oggi non sarà diverso perché la Roma deve tornare a vincere. Per questo Morgan, come per altro ha fatto per tutta la stagione, in queste ore dispensa consigli ai compagni, li carica, li tiene sulla corda. Un modo di essere di De Sanctis che ha dato i suoi frutti. La Roma prende pochi gol anche per questo. Anche perché lui "rompe le scatole" ai suoi difensori sempre e comunque. Strano? No, è l’atteggiamento del leader.