LEGGO (F. BALZANI) - Seconda partita senza gol segnati e altro 0-3 fuori casa. La Roma ieri ha salutato la coppa Italia sprecando il 3-2 dell’andata e perdendo nel peggior modo possibile il secondo grande impegno in trasferta della stagione dopo la batosta dello Juventus Stadium. L’ha spuntata un Napoli cinico a differenza della Roma che ha sprecato il pallone dello 0-1 dopo soli 3’ con Destro per poi crollare sotto i colpi di Higuain e compagni. Una vittoria importante per gli azzurri non solo in ottica coppa Italia, dove affronterà la Fiorentina in finale (il 3 o 7 maggio dipende dal cammino dei due club in Europa League). Benitez e i suoi, infatti, hanno capito che la Roma si può battere, e forse anche superare in campionato.
Serata no dopo lo stop nel derby con la Lazio per l’intero centrocampo giallorosso mentre in difesa è emersa chiara e lampante l’emergenza sugli esterni. Garcia ha optato per Destro al posto di Totti mentre è stato costretto a tenere fuori Maicon dolorante al ginocchio e schierare per la prima volta Bastos dal 1’. Il brasiliano ha mostrato tutti i suoi limiti in fase difensiva (da un suo anticipo sbagliato è nato il gol dell’1-0) e dall’altra parte Torosidis è sembrato il fratellastro del terzino visto contro la Juve in coppa Italia. Qualificazione persa all’andata», ha ammesso Garcia molto netto nel descrivere il match: «Dobbiamo inquadrare la porta altrimenti non si vince. Non è un problema di gioco o di stanchezza. Il gioco c’è ma la chiave è essere più cinici e cattivi». Sfuma il primo traguardo stagionale. Ora c’è da resitere in campionato. La Juve? Forse è meglio pensare a difendere il secondo posto: «Siamo avanti e abbiamo una partita in meno - commenta Garcia - Ora chiudiamo il libro della coppa Italia e torniamo a quello del campionato ». Domenica sera arriva la Samp (presentato ieri il ricorso contro la chiusura delle curve) e Garcia deve rialzare la squadra. Un’impresa già riuscita dopo Juve-Roma. Tornerà Nainggolan, ma il gioco del turn over è riuscito male e Garcia dovrà sicuramente rimetterci le mani.