IL TEMPO (A. AUSTINI) - Benitez mette le mani avanti, «perché la Roma è più riposata», ma Garcia dimostra altrettanta furbizia: «Alcuni di noi accuseranno mancanza di ritmo - ribatte il francese - visto che non giocano da 10 giorni».
Una sfida fra «volponi». È la seconda volta che si incontrano in Italia, finora siamo 1-0 per Rudi, ma è anche un bis in coppa: nell’Europa League 2009/10 il Liverpool di Rafa ebbe la meglio sul Lille guidato dal francese. Oggi si replica nella prima semifinale di Coppa Italia (arbitra Bergonzi) e l’allievo Garcia proverà a battere di nuovo il maestro Benitez, uno a cui chiedeva consigli ai tempi di Valencia.
Ma è soprattutto Roma contro Napoli, il confronto fra le due aspiranti al trono del centro-sud. Nel presente e nel futuro a breve termine. Il derby e tutto il resto, quindi, vengono dopo. E per capire quanto ci tenga, l’allenatore ha confermato il piano speciale della vigilia già sperimentato prima della Juventus: dopo il ritiro a Trigoria la squadra vivrà le ultime ore d’attesa all’hotel Parco dei Principi. Per restare concentrata ed evitare il traffico, mai così impazzito come in questi giorni. La pioggia cadrà anche oggi, più leggera rispetto a domenica scorsa: questo dicono le previsioni. Il Coni ha fatto la sua parte, con interventi mirati sul terreno di gioco coperto dai teloni, che stavolta verranno rimossi ancor più a ridosso del riscaldamento delle due formazioni. L’Olimpico dovrebbe reggere e scongiurare il rischio di un rinvio-bis: sarebbe un bel guaio trovare una data libera per la semifinale di ritorno, visto che Roma-Parma è già slittata ad aprile.
I tifosi non si fidano - appena 30mila i biglietti venduti - ma si gioca, a quanto pare, e Garcia chiede ai suoi di farlo al massimo. «Non mi piace fare calcoli - conferma - io so che le prossime quattro partite sono tutte importanti. E vogliamo giocarle sempre al 100%: puntiamo a qualificarci per la finale e ad andare ancora avanti in campionato». In dieci giorni i giallorossi capiranno se sono davvero in grado di reggere su due fronti. «Non penso stia per iniziare un ciclo decisivo per la nostra stagione - aggiunge poi il tecnico - di sicuro in una settimana ci giochiamo l'accesso alla finale, ma il campionato è ancora lungo e niente è ancora sicuro per nessuno». Come a dire: Conte continui a voltarsi ogni tanto.
Lo stesso vuole fare Garcia: un’altra spallata al Napoli potrebbe essere utile anche in ottica secondo posto. «Non temo niente, ma ho rispetto per tutti, soprattutto per il Napoli che è una buona squadra. Sono in un momento difficile, però può anche esserci una reazione. La semifinale si gioca su 180 minuti, forse di più: cerchiamo intanto di prenderci un vantaggio. Dobbiamo cercare di non incassare gol in casa».
E se tra una settimana la Roma si ritrovasse fuori dalla Coppa? «Abbiamo già visto la risposta data dal gruppo dopo la prima sconfitta in campionato: la squadra è forte mentalmente».
Un allenatore sempre più convinto, capace di nascondere ogni problema e farsi seguire dal gruppo. A tal punto da convincere Totti a sedersi in panchina per due gare di fila in campionato e, forse, pure stasera. «Quando Francesco è al 100% - spiega ancora Garcia - è meglio averlo in campo, ma la cosa intelligente da fare è non correre il rischio di perderlo. Lo abbiamo visto quando è stato infortunato quanto abbiamo bisogno di lui». Poi però sottolinea che «alcuni, se non dovessero giocare con il Napoli, sarebbero 14-15 giorni che non scendono in campo per una gara». Tipo Totti: i dubbi restano.
C’è tempo anche per una stoccatina a Reina, «ho detto ai miei giocatori di stare attenti sui social network perché rappresentano la Roma: quando uno scrive una cosa, resta», mentre è rinviata la risposta alla «gufata» di Reja sugli infortuni: «Ci sarà tempo - avvisa Garcia - per parlarne». Non è ancora il momento di accendere il derby.