Il tempo della moviola. L’apertura Fifa va nella direzione di tifosi e sponsor

05/02/2014 alle 09:55.
joseph-blatter

GASPORT (F. CENITI, F. LICARI) - Discutere, fa discutere. La decisione, a sorpresa, della Fifa di portare all’Ifab del primo marzo tre temi arbitrali «caldi» e cari all’opinione pubblica (moviola in campo, espulsione a tempo e revisione della tripla sanzione legata alla chiara occasione da gol) è un bel passo in avanti sul pianeta calcio accusato di essere rimasto al Medioevo, mentre gli altri sport hanno da anni aperto alla tecnologia. Certo, conoscendo Sepp Blatter (il presidentissimo della Fifa) c’è il sospetto che questa apertura sulla moviola non sia proprio casuale, ma abbia qualche significato politico anche in considerazione di una lunga campagna elettorale (si vota nel 2015) che si aprirà dopo il Mondiale. Di certo l’uso della tecnologia non piace a Michel Platini (presidente Uefa), contrario anche all’utilizzo per il gol non gol, avendo scelto e spinto per gli arbitri addizionali (obbligatori in , Europa League ed Europeo). Insomma, due filosofie diverse e forse una poltrona ambita da entrambi. Sullo sfondo c’è la richiesta sempre più pressante dell’opinione pubblica, favorevole alla moviola in campo.

Sponsor e interessi Per anni la tecnologia è stata respinta dai vertici mondiali con una semplice risposta: «Il calcio è lo sport più popolare al mondo e deve avere le stesse regole in ogni partita, dal Mondiale all’ultima categoria amatoriale». Adesso il vento sembra essere cambiato anche perché l’obiezione è facilmente superabile: già adesso le cose sono diverse tra i professionisti e i dilettanti. Certo, il replay a disposizione degli arbitri amplierebbe le distanze, ma gli interessi economici sono totalmente diversi. Perdere un campionato o una per un errore che si poteva sanare guardando la moviola ha un peso specifico devastante per un movimento (il calcio) che gode di «buona salute» grazie ai soldi di sponsor e tv. Ecco perché l’apertura di Blatter forse non è solo una mossa elettorale. Il «parliamone » della Fifa è un primo passo, anche se la strada è comunque lunghissima. Ma di solito quando s’inizia un cammino prima o poi lo si finisce.