IL TEMPO (T. CARMELLINI) - Poteva andare meglio, ma va bene anche così: almeno per come si era messa. La Roma vince la semifinale d'andata di Coppa Italia contro il Napoli, ma incassa due gol che lasciano tutto aperto per la gara di ritorno tra sette giorni al San Paolo. Una partita difficile contro un Napoli trasformato (Higuain è tanta roba) che ha chiaramente lasciato andare il campionato per dedicarsi alla «coppetta» nazionale e che nella gara di ritorno promette battaglia.
Il gol nel finale di Gervinho (ottavo stagionale per il capocannoniere giallorosso) fa tutta la differenza del mondo e consente ai giallorossi di andare a Napoli sul 3-2 con due risultati utili su tre: ma sarà tutt'altro che una passeggiata soprattutto considerando che tra tre giorni la Roma dovrà giocare il derby contro una Lazio in crescita. Sarà un'altra partita, perché il Napoli è venuto all'Olimpico a giocarsela e a Garcia va benissimo, mentre Reja preparerà un'altra roba: dura, difensiva, spigolosa.
Eppure il Napoli era partito forte e i primi dieci minuti di gara sono stati durissimi per la Roma che ha visto la squadra di Benitez arrivare da tutte le parti. Il tecnico spagnolo aveva giocato al risparmio in campionato mandando in panchina a Bergamo l'artiglieria pesante ma all'Olimpico si è presentato con il Napoli migliore. Garcia però era stato chiaro con i suoi, niente fretta: la squadra parte chiusa a riccio sulle corde modello Alì, pronta a colpire nelle ripartenze. Così è e al primo affondo la Roma passa: si accende Totti che lancia Gervinho sul filo del fuorigioco (posizione quantomeno dubbia). L'ivoriano tira fuori dal cilindro uno dei suoi gol complice anche il pastrocchio della retroguardia partenopea: l'ennesimo che porta a sette (che poi diventeranno 9) i gol incassati nelle ultime tre partite.
Il Napoli accusa la botta e ci mette un po’ a riprendersi prima della perla di Strootman che sembra mettere al sicuro il risultato: così non sarà. Lo scorticatore olandese, con la faccia da pesce martello, si aggiusta il pallone e da venticinque metri lo infila sotto il sette al povero Reina che stavolta, pensate, non stava nemmeno twittando. È da poco passata la mezz'ora, la partita sembra chiusa e da lì ai successivi dieci minuti la Roma avrebbe anche occasione (almeno un paio) per chiudere il discorso. Niente da fare perché il Napoli resta in partita e al rientro dopo l'intervallo, quando si era appena concluso un giro d'orologio, riapre il discorso. Bambola difensiva, quaglia di De Sanctis e partita riaperta. Ma non è finita, qui la Roma avrebbe ancora modo di chiuderla ma per l'ennesima volta non ci riesce: complici anche il riscatto di Reina.
Poi Benitez pesca dal cilindro il cambio giusto: dentro Mertens per uno spento Hamsik e gran gol del belga che piega la Roma. Fa 2-2 e giallorossi sull'orlo del baratro: in trenta secondi la prospettiva della partita, che si gioca chiaramente nell'arco di 180 minuti, è cambiata radicalmente. La Roma non molla, resta lì attacata alla partita e a due minuti dalla fine arriva il gol di Gervinho che cambia tutto. L'ivoriano chiude un contropiede praticamente perfetto, manda in delirio l'Olimpico e butta già dal trespolo tutti i gufi del mondo: Zeman compreso. Ora il derby, un'altra battaglia in campionato prima della resa dei conti in coppa: si partirà dal 3-2 per gli uomini di Garcia che di lasciare andare questo trofeo non ne vogliono sapere. E fanno bene!