Paredes, “El Mago” tra colpi di tacco e rabone

09/01/2014 alle 09:40.

IL ROMANISTA (A. F. FERRARI) - Da erede di Riquelme a erede di Totti? Difficile dirlo oggi, ma Leandro Daniel Paredes promette bene. Il ragazzo, nato a San Justo (cittadina a ovest di Buenos Aires) il 29 giugno 1994, è infatti considerato

Un talento purissimo scoperto da Ramon Maddoni, una vera e propria autorità in Argentina in fatto di calcio giovanile: Riquelme e Tevez, per esempio, lì scoprì lui insieme a tantissimi altri giocatori sudamericani. Tanti giocatori che hanno fatto ottime carriere. Più o meno quello che ora spera di fare nella Roma dove, come maestro, avrà un altro grande campione come . Ma quali sono le sue doti? Si tratta di una mezzapunta dalle incredibili doti tecniche e dal buon fisico (1,80 cm). Negli anni ha giocato in diversi ruoli come, per esempio, esterno sinistro e regista. È però dietro le punte, tra le linee, che le sue doti risaltano di più: tocco di palla, visione di gioco e precisione lo rendono, infatti, uno dei giocatori più interessanti dell’Argentina. Un giocatore che, grazie alle sua velocità di pensiero, si è “guadagnato” il soprannome “El Mago”.

Ci sono, però, anche dei piccoli difetti da limare. Su tutti la tendenza a esagerare con colpi ad effetto come tacchi e rabone e l’aspetto caratteriale: alterna, infatti, lampi di genio a momenti in cui tende a sparire dal match e a innervosirsi. Insomma, un diamante da sgrezzare. Un diamante che, dopo aver incantato nelle giovanili e nelle varie Under argentine, si è fatto conoscere anche dal grande pubblico a partire dal 7 novembre del 2010 quando, a soli 16 anni, fece il suo esordio nei minuti finali di Boca Juniors-Argentinos Juniors. E’ però, nel corso del Torneo Inicial 2012, che esplode, conquistando una maglia da titolare, complice anche il vuoto lasciato dall’addio di Riquelme. Nel 2013, però, lo scenario cambia drasticamente: sulla panchina del Boca torna a sedersi Carlos Bianchi e poco dopo anche Riquelme fa il suo ritorno alla Bombonera, riprendendosi il posto in squadra. scivola quindi in panchina, collezionando solo 9 presenze. Come se non bastasse il ragazzo accusa due infortuni: la rottura dei legamenti della caviglia e una frattura da stress al quinto metatarso del piede . Infortuni e poco utilizzo che, probabilmente, hanno contribuito a convincere “El Mago” a cambiare aria, a provare a incantare una nuova platea con le sue magie. E quale platea migliore se non quella della Roma? La Magica.