GASPORT (C. ZUCCHELLI) - E adesso? Chi gioca? La domanda riguarda il reparto che, improvvisamente, diventa per Garcia ricco e abbondante. Dopo aver trascorso il girone dandata con le alternative (Bradley e, in caso di necessità, Taddei) non allaltezza dei titolari e con la fortuna di non aver avuto infortuni seri, da adesso in poi la Roma avrà a disposizione un ricambio, il neo arrivato Nainggolan
Al posto di chi?
«Di uno tra Pjanic e Strootman. Più il primo del secondo, considerando le caratteristiche di tutti».
Il bosniaco in panchina?
«È una possibilità concreta. Ma Garcia potrebbe cambiare modulo per spostare Miralem più avanti. Lui è un giocatore di difficile collocazione tattica, fare linterno nel 4-3-3 a volte gli risulta ostico, ma è uno di cui è difficile fare a meno».
Nainggolan che giocatore è?
«Perfetto per la Roma. Ha corsa, fisico e grande capacità di inserimento. È quello che ci voleva, muscoli e cattiveria».
Con il suo arrivo la Roma ha colmato il gap con la Juventus?
«Se parliamo solo di centrocampo, forse sì. De Rossi, Pjanic, Strootman e il belga non hanno niente da invidiare a Marchisio, Pirlo, Vidal e Pogba. Ma se parliamo di squadra in generale, di quadratura del cerchio, di atteggiamento, la differenza cè ancora».
Quanta?
«Non tantissima da giustificare un 30, però esiste. La Roma sta crescendo, la Juventus attuale è ancora più forte».
Per tecnica o mentalità?
«Tutte e due. I bianconeri in Italia sono un rullo compressore, la Roma ancora no».
Prendere Nainggolan a due giorni dal k.o. di Torino però può essere un segnale.
«Trattative del genere non si mettono in piedi in due giorni. La Roma ci stava lavorando da mesi, magari la sconfitta con la Juve ha accelerato il processo. È un giocatore che farebbe il titolare in qualsiasi squadra di A, forse solo con Conte partirebbe dalla panchina, e quindi parliamo di uno che in Italia sposta qualche equilibrio. Adesso sta a Garcia farlo rendere al meglio, anche se...».
Anche se...
«Sono molto curioso di vedere cosa farà, perché andrà a toccare il reparto che ha reso meglio finora, quello dove fin dallinizio ci sono stati punti fermi. A meno che, e un pensiero mi è venuto, non decidano di sacrificare Pjanic, vendendolo. Sarebbe un peccato però, soprattutto adesso».