LA REPUBBLICA - Ma sì. È di nuovo la Roma di Gervinho, luomo dalle misteriose e ancestrali dannazioni, luomo che ieri scambiava gli avversari per i paletti di uno slalom, il più isterico, il meno preciso, fino ad un certo punto il p
La Roma aveva cinquemila e quattrocento secondi più eventuali mille e ottocento secondi supplementari per cercare di prendersi la rivincita. Per circa quattromila e cinquecento di quei secondi a disposizione ha aggredito la Juventus con modi urbani, era morbida, confusa, sbagliava passaggi elementari, era sì volenterosa ma altrettanto si mostrava sterile, e il suo movimento di palla, con Totti intermittente, non era abbastanza rapido per sgranare la difesa a otto della Juventus, che pareva la foresta di Sherwood. E soprattutto non è mai riuscita a tirare nello specchio della porta. Giovinco prende botte, fa ammonire Florenzi e Benatia che rischia il rosso (Conte lamenta un fallo da ultimo uomo). Però la partita è quasi a senso unico. Lo è stata sempre a parte gli ultimi otto minuti. Fuori dallarea juventina cera un cartello: No Trespassing. Allinizio la Roma lo rispetta. La Juve si limita a restare corta, prudente. Però non si vedono tre passaggi di fila. Si potrebbe dire: partita tattica. Ma meglio dire: partita brutta. Frenesia, non dinamismo. Tanti errori di misura nellimpostazione della manovra e nel tiro da lontano. Dopo due minuti di assedio sterile, un cross di Torosidis sta per trovare Strootman sul secondo palo (26). È il primo segnale che, volendo, con più rapidità, qualcosa si può aprire.
La Juve, che senza Tevez perde la sue armonie offensive, continua a dire: fate pure. Dopo mezzora le fasce juventine sembrano meno blindate di prima. Nel secondo tempo Conte mette Ogbonna per Chiellini. Annullano un gol a Peluso perché il cross alto di Isla aveva superato in volo la linea di fondo campo (1), ma Peluso era solissimo e Garcia per poco non lo ricoverano. Forse la Juve ha deciso di provarci anche lei? Non proprio. Florenzi tenta al 9, Maicon taglia spesso verso il centro ma non trova sponde. Conte sta aspettando di inserire Tevez e Llorente. E a quel momento vorrebbe arrivarci indenne (ma non ci riuscirà). Così pressa più alto, non si fa più assediare. Ma proseguono gli errori in appoggio, i disimpegni sbagliati, le sviste, i falli da ritardo. Tutto ciò rende assai scadente lo spettacolo. Ma lemozione sale lo stesso. Giovinco sbaglia lassist per Quagliarella in contropiede (24): era unoccasione doro. Una gaffe anche per De Sanctis, inoperoso, che si fa anticipare la presa dalla testa di Peluso (25). Subentra la paura, si sentono i supplementari in arrivo. Barzagli mura Totti (29). Entra Pjanic per Florenzi che ha giocato socraticamente nascosto. Pjanic farà lesatto contrario e cambierà il corso della storia. Un contropiede buttato via da Isla (31) anticipa il gol di Gervinho. Segue gioia giallorossa.