IL TEMPO (A. SERAFINI) - La Roma abbraccia Nainggolan centrando di fatto il primo obiettivo per rendere ancora più competitiva la rosa sino al termine della stagione. Contento Sabatini, soddisfatto Rudi Garcia, consapevole che per migliorare e costruire anticipatamente il futuro è necessario diminuire il divario tra i «panchinari» e quelli che sono considerati indiscutibilmente i titolari.
IL TEMPO (A. SERAFINI) - La Roma abbraccia Nainggolan centrando di fatto il primo obiettivo per rendere ancora più competitiva la rosa sino al termine della stagione. Contento Sabatini, soddisfatto Rudi Garcia, consapevole che per migliorare e costruire anticipatamente il futuro è necessario diminuire il divario tra i «panchinari» e quelli che sono considerati indiscutibilmente i titolari. Dopo aver trattenuto Pjanic e richiesto un salto di qualità del centrocampo registrato con l'acquisto di Strootman, il tecnico francese sogna già la Roma che verrà (con l'obbligo prefissato di tornare in Champions League) come una formazione in grado di reggere l'urto della Juventus in Italia e approcciarsi in una doppia competizione con una rosa adeguata.
L'arrivo di Nainggolan infatti servirà proprio a questo: mantenere i risultati conseguiti in questa prima metà di campionato senza doversi preoccupare di infortuni e squalifiche. Un acquisto mirato considerando poi che il venticinquenne belga è in grado di ricoprire più ruoli in mediana: davanti alla difesa come sostituto di De Rossi o come intermedio, ruolo interpretato maggiormente durante la sua esperienza cagliaritana iniziata sotto la guida di Bisoli. Duttile tuttofare, Nainggolan racchiude una buona qualità con numeri straordinari sotto il profilo della quantità. Dal suo esordio in Serie A nel febbraio del 2010, il «Ninja» ha il più alto numero di contrasti vinti (358). Un dato significativo per un primato che nessuno è riuscito ad avvicinare in questo lasso di tempo. Con il 78,8% di interventi riusciti dall'inizio del campionato le statistiche sembrano destinate poi a migliorare ancora. Garcia quindi non può che sorridere, pensando di fargli bagnare l'esordio in giallorosso (per giunta all'Olimpico) già nella prossima domenica, quando il centrocampo titolare sarà privo dello squalificato De Rossi. Poi si vedrà, anche perché le vie della tattica sono quasi infinite.
L'idea di non voler lasciare nessuno in panchina e di schierare nello stesso momento 4 centrocampisti di primo livello potrebbe convincere Garcia a studiare un cambio di modulo. Passare al 4-3-1-2, spostando Pjanic nel vertice alto di un rombo che consentirebbe al bosniaco di giocare in una posizione più avanzata in supporto alle due punte. Oppure mantenere l'ormai collaudato 4-3-3 cambiando semplicemente gli interpreti in base all'equilibrio che richiede l'avversario o il momento della gara. Pjanic, come già accaduto, può essere inserito nel tridente offensivo (che Garcia utilizza in modo interscambiabile) mantenendo quindi una solidità maggiore a centrocampo con De Rossi, Strootman e lo stesso Nainggolan. Prove, congetture, ma nell'effettiva realtà sicuramente nuove soluzioni che la Roma potrà sperimentare. Battuta la concorrenza di Milan, Juventus e Napoli, a Trigoria il terzo anno di gestione americana sembra aver portato scelte giuste. Merito dei risultati del campo, anche la progettualità del mercato è diventata meno confusionaria e più mirata in determinati settori. Aspettando il prossimo giugno, Sabatini (con l'avallo di Garcia) è in procinto di chiudere ulteriori trattative. L'effettiva realizzazione dell'operazione Paredes a giugno regalerà ai giallorossi un talento in grado di coprire più posizioni tra centrocampo e attacco. Trequartista puro, il diciannovenne argentino può agire anche sugli esterni partendo sia a destra che a sinistra. Un altro colpo in canna, aspettando il prossimo.