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Garcia, magnifica notte: "È per gare come questa che faccio l’allenatore"

05/01/2014 alle 11:18.

LA REPUBBLICA (E. SISTI) - Avviso ai vagabondi delle stelle. L’importanza della partita, confermata dall’interesse delle televisioni di tutto il mondo (più di 200 giornalisti accreditati, numeri da semifinale di Champions) è tale che se qualch

Nel cinema/calcio di Garcia la sceneggiatura ha un ruolo basilare. Ma come nei film di Totò e Peppino conta anche l’improvvisazione, la frase dell’ultimo momento, l’invenzione del genio, il gioco di parole o di gambe: «Se poi abbiamo un capitano che ci crede, allora anche per gli altri recitare certe scene di alto livello diventa più facile». come ago della bilancia della bellezza produttiva, mai della bellezza sterile, mai «l’art pour l’art». dice: «Dobbiamo toccare i loro punti deboli. In campionato sono stati quasi sempre perfetti, ma c’è stata la . E c’è stata la . Punti deboli: loro conoscono i nostri, noi abbiamo studiato i loro». Se e incarnano l’essenza del tecnico moderno, abbastanza giovane per dare credibilità alla sua determinazione e abbastanza esperto per insegnare senza mai rinunciare ad imparare, dei due è quello che maschera meglio l’ansia, quello che meno grida e meno sbraccia: «Ma la pressione che provocano eventi del genere io la definirei una “meravigliosa pressione”. Io e i miei giocatori facciamo questo mestiere proprio per giocare partite del genere».

Ha ragione: cosa c’è di più attraente di un -Roma che certo rimanda agli anni Ottanta ma che è soprattutto ricco di contemporaneità, di specifiche e affascinanti tensioni culturali, tattiche, umane? Cosa c’è di meglio di una sfida fra prima e seconda? Per la piazza giallorossa la viene subito dopo la Lazio: è una contrapposizione ideale e indispensabile. , che l’ha capito subito, se l’è presa con Bonucci che aveva detto: «Con la Roma ci siamo sempre divertiti». Il marocchino non gliel’ha perdonata: «Adesso se ne accorge...». Ci sta. E’ pur sempre la sfida del “quattro, tutti a casa” sbandierato da a Tudor e poi restiuito due anni fa da Lichtsteiner. «Se vinciamo dovrò placare gli animi, un lavoraccio », scherza Rudi. Poi aggiunge: «Io non ho mai paura. Andiamo a Torino per vincere perché lo facciamo sempre e contro chiunque».

A parte Balzaretti, ora la Roma è al completo, sana e disposta al sacrificio fisico. Come giocherà? Verrebbe da pensare al classico col tridente offensivo formato da Gervinho, e che sia dunque capace di creare un triplice uno contro uno con Barzagli, Bonucci e Chiellini in fase di pressing alto (costringendoli al lancio lungo) e in fase di possesso palla. La soluzione potrebbe piacere a tal punto al tecnico giallorosso da costringerlo a rinunciare a dal primo minuto (perché pare che di faccia a meno assai controvoglia). Altra ipotesi, più conservativa, è un falso tridente in cui agli stessi interpreti (Gervinho, o , e ) verrebbe chiesto di spalmarsi all’indietro sino a una risistemazione col 4-5-1. Tenendo conto che alla non si può lasciare la superiorità numerica a centrocampo (la rimontò col 4-5-1) è un’ipotesi da vagliare. Magari in corsa

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