LA REPUBBLICA (E. SISTI) - Avviso ai vagabondi delle stelle. Limportanza della partita, confermata dallinteresse delle televisioni di tutto il mondo (più di 200 giornalisti accreditati, numeri da semifinale di Champions) è tale che se qualch
Nel cinema/calcio di Garcia la sceneggiatura ha un ruolo basilare. Ma come nei film di Totò e Peppino conta anche limprovvisazione, la frase dellultimo momento, linvenzione del genio, il gioco di parole o di gambe: «Se poi abbiamo un capitano che ci crede, allora anche per gli altri recitare certe scene di alto livello diventa più facile». Totti come ago della bilancia della bellezza produttiva, mai della bellezza sterile, mai «lart pour lart». Garcia dice: «Dobbiamo toccare i loro punti deboli. In campionato sono stati quasi sempre perfetti, ma cè stata la Fiorentina. E cè stata la Champions. Punti deboli: loro conoscono i nostri, noi abbiamo studiato i loro». Se Conte e Garcia incarnano lessenza del tecnico moderno, abbastanza giovane per dare credibilità alla sua determinazione e abbastanza esperto per insegnare senza mai rinunciare ad imparare, dei due Garcia è quello che maschera meglio lansia, quello che meno grida e meno sbraccia: «Ma la pressione che provocano eventi del genere io la definirei una meravigliosa pressione. Io e i miei giocatori facciamo questo mestiere proprio per giocare partite del genere».
Ha ragione: cosa cè di più attraente di un Juventus-Roma che certo rimanda agli anni Ottanta ma che è soprattutto ricco di contemporaneità, di specifiche e affascinanti tensioni culturali, tattiche, umane? Cosa cè di meglio di una sfida fra prima e seconda? Per la piazza giallorossa la Juventus viene subito dopo la Lazio: è una contrapposizione ideale e indispensabile. Benatia, che lha capito subito, se lè presa con Bonucci che aveva detto: «Con la Roma ci siamo sempre divertiti». Il marocchino non glielha perdonata: «Adesso se ne accorge...». Ci sta. E pur sempre la sfida del quattro, tutti a casa sbandierato da Totti a Tudor e poi restiuito due anni fa da Lichtsteiner. «Se vinciamo dovrò placare gli animi, un lavoraccio », scherza Rudi. Poi aggiunge: «Io non ho mai paura. Andiamo a Torino per vincere perché lo facciamo sempre e contro chiunque».
A parte Balzaretti, ora la Roma è al completo, sana e disposta al sacrificio fisico. Come giocherà? Verrebbe da pensare al classico 4-3-3 col tridente offensivo formato da Gervinho, Totti e Ljajic che sia dunque capace di creare un triplice uno contro uno con Barzagli, Bonucci e Chiellini in fase di pressing alto (costringendoli al lancio lungo) e in fase di possesso palla. La soluzione potrebbe piacere a tal punto al tecnico giallorosso da costringerlo a rinunciare a Totti dal primo minuto (perché pare che di Destro faccia a meno assai controvoglia). Altra ipotesi, più conservativa, è un falso tridente in cui agli stessi interpreti (Gervinho, Totti o Destro, e Ljajic) verrebbe chiesto di spalmarsi allindietro sino a una risistemazione col 4-5-1. Tenendo conto che alla Juventus non si può lasciare la superiorità numerica a centrocampo (la Fiorentina rimontò col 4-5-1) è unipotesi da vagliare. Magari in corsa