IL MESSAGGERO (U. TRANI) - «Ci tengo molto. E una partita importante: per me, per la gente e per tutti voi: prepariamola bene». La raccomandazione ci sta, anche perché lo stato danimo di Rudi Garcia è lo stesso dalla notte del 5 gennaio. Avrebbe voluto rigiocare subito lo scontro diretto: il 3 a 0 di Torino non gli è andato proprio giù. Lo considera
STRISCIA POSITIVA
La Juve, con i suoi 12 successi di fila in campionato, si conferma superpotenza, almeno in Italia. E lunica ad aver battuto in questa stagione la Roma. Che però ha reagito alla grande e da grande dopo quella sconfitta. Tre vittorie di fila, compresa quella di Coppa Italia contro la Sampdoria, e parziale di 8 reti a 0 per i giallorossi. AllOlimpico, a parte i passaggi a vuoto contro il Sassuolo e il Cagliari, Garcia ha raccolto il massimo: 10 successi in 12 gare interne. E solo 2 reti incassate, lultima l8 dicembre contro la Fiorentina. De Sanctis nelle due partite in casa del 2014 non è stato mai chiamato a intervenire. I match contro il Genoa e il Livorno sono stati a senso unico e senza storia. Certo, le due avversarie non sono sembrate allaltezza, ma la Roma fisicamente e psicologicamente sta ormai recitando la parte della squadra di vertice. Gioca, si diverte, costruisce occasioni da rete e, cosa fondamentale, vince.
SENZA PAURA
La bruciatura più fastidiosa per Garcia, dopo Torino, è stata lesaltazione della strategia di Conte. Il francese è convinto di non aver perso il duello con il collega sul piano puramente tattico. La Juve si è sistemata in campo con prudenza: cinque uomini in difesa, aspettando i giallorossi che hanno avuto per gran parte del primo tempo liniziativa. A sentire Rudi, però, la Roma non ha mai concesso ripartenze pericolose agli avversari. Come a dire: sono stati solo gli episodi a incidere sul risultato e non le mosse del tecnico bianconero. Quella sconfitta si sintetizza nelle distrazioni sulle prime due reti e nellespulsione (da evitare) di De Rossi che ha preceduto la terza. Insomma il 4-3-3, o anche il 4-2-3-1 in corsa, non si discute. A viso aperto anche domani sera, magari alzando il ritmo, come non è successo a Torino, per evitare che i rivali non abbiano il tempo di sistemarsi.
NUOVA FORMULA
Garcia è ancora senza Balzaretti. Ma la difesa rimane il vanto del suo lavoro a Trigoria. E la migliore del torneo, 10 reti subite e senza prenderne in 14 gare su 21. Contro la Juve rientrerà a destra Maicon. Torosidis è andato bene a destra contro il Livorno e può diventare anche lalternativa a Dodò sulla fascia sinistra. Se il reparto arretrato è efficace, il merito non è solo degli interpreti della linea a quattro. Conta lassetto, solido e organizzato. Ora il francese deve scegliere come utilizzare proprio i quattro centrocampisti che sono il cuore della squadra: uno in partenza dovrebbe restare fuori. De Rossi è in dubbio: ha chiuso la gara di sabato con il riacutizzarsi dellinfiammazione allalluce e ieri ha avuto anche qualche linea di febbre. Pronto Nainggolan. Davanti il tridente doro con Florenzi, Totti e Gervinho: garantisce qualità, equilibrio e imprevedibilità. Ma i cambi possono diventare fondamentali: Ljajic è in forma e Destro ha il gol facile. I due hanno aperto e chiuso la gara con il Livorno. La soluzione in più viene dai quattro centrocampisti. Usandoli in blocco, oltre al 4-2-3-1 con Pjanic trequartista, è possibile pure il 4-3-2-1, con due mezze punte. Garcia si può sbizzarrire, con la nuova opzione. Domani e anche più avanti, quando avrà pure il suo pupillo Bastos.