IL MESSAGGERO (R. DIMITO)- In tribuna d’onore dell’Olimpico, per il derby Lazio-Roma di domenica 9 febbraio, potrebbe esserci un tifoso che arriva dall’Oriente. Chen Feng, 60 anni, patron del colosso cinese Hna, secondo quanto risulta a Il Messaggero (R.Dimito), sarà in Italia. Si muoverà personalmente e verrà non solo per la Roma, ma chiuderà con Unicredit l’acquisto di una quota del 20% di Neep, holding che ha il 78% del club giallorosso. Hna possiede il 20% di Nh hotels, gruppo spagnolo che ha acquistato la catena ex Jolly e vorrebbe espandersi ancora nel turismo. Ieri il patron della sesta azienda cinese, divenuta una potenza mondiale nelle attività turistiche, alberghiere, del trasporto aereo, finanza, costruzioni, con un giro d’affari di circa 60 miliardi di dollari (46 miliardi di euro) e 122 mila dipendenti, avrebbe concordato con Alessandro Daffina, ad di Rothschild Italia, acceso tifoso giallorosso e suo consulente nello sbarco in Neep, la sua venuta nella capitale. Daffina avrebbe messo al corrente in tempo reale Paolo Fiorentino, vice direttore generale di Unicredit. E i tre quasi sicuramente vedranno il derby seduti accanto. Feng si riserva di fissare il giorno dell’atterraggio a Roma. Dovrebbe avvenire agli inizi della settimana che si concluderà con la partitissima. Il magnate cinese, di religione buddista, cercherà di definire le modalità dell’ingresso nella squadra giallorossa. Ma non è detto, il negoziato infatti non è solo bilaterale fra Feng e Unicredit, ma allargato anche a Pallotta. Unicredit ha il 31% di Neep, As Roma Llc il 60%, Raptor il 9%. L’acquisto del 20% dall’istituto con sede nella torre Gae Aulenti non è sufficiente a garantire al gruppo cinese un ruolo nella gestione della squadra calcistica. E’ necessario il consenso del presidente-azionista di maggioranza. Dopo iniziali incomprensioni, risolte anche grazie all’intervento della Consob, ora la trattativa si sarebbe instradata. E Feng ritiene sia giunto il momento chiarire la situazione. Il 20% potrebbe costargli 30-35 milioni: Feng e Unicredit, che rimarrebbe con l’11%, stipulerebbero un patto in modo che, secondo le attuali regole di gestione, verrebbe garantita la governance, cioè i posti in consiglio. Delle quattro poltrone spettanti a Unicredit, la banca ne potrebbe passare anche tre al magnate cinese che sarebbe disponibile in seguito a mettere i soldi in un aumento di capitale del club. Unicredit, non partecipandovi, si diluirebbe (ed è quello che auspica), mentre Feng dovrà concordare con Pallotta gli equilibri futuri, poteri dei vertici compresi. Non è detto che nell'occasione Pallotta sarà nella Capitale, ma potrebbe esserci uno dei legali dello studio Dla Piper, un colosso internazionale con sedi a Milano e Roma che negli ultimi tempi ha affiancato gli americani. L’ufficio di New York aveva sondato tempo fa il mercato alla ricerca di possibili partner. Ma la ricerca è stata infruttuosa. Più fortunato invece, potrebbe essere Rothschild che nell’autunno 2010 ricevette da Unicredit il mandato a trovare un compratore per la maggioranza della società ottenuta escutendo il pegno sulle azioni, vista la morosità dei Sensi. E fu Daffina, dopo alcune scremature, a trovare As Roma Llc, di cui leader era Tom Di Benedetto che, nell’estate 2012 ha passato la mano a Pallotta visto che non voleva(o non poteva) mettere altri soldi. Insomma si avvicina un altro momento della verità per la società giallorossa: se davvero americani, cinesi e Unicredit trovano l’accordo, la Roma calcio potrà avere ben due nuovi soci disposti a sostenerla. I tifosi possono sperare.