IL ROMANISTA (V. META) - Dicevano non avesse novanta minuti delle gambe e ne ha giocati ottantotto. Dicevano giocasse da fermo e ha fatto fare due gol su quattro. Dicevano che la Roma potesse giocare anche senza di lui ed è vero. Ma è solo quando cè lui che diventa spettacolare. Dicevano, perché quando poi parla Francesco Totti cè poco da dire
ATTO TERZO La sera dellinfortunio contro Napoli calava il sipario sul primo atto della Roma di Garcia e lunico ad averlo capito era proprio il tecnico francese, che di fronte ai toni trionfalistici della sala stampa rispondeva «questa è una vittoria di Pirro». Parole profetiche, perché nel loro secondo atto i giallorossi avrebbero alternato momenti di bel gioco ad altri di fatica maledetta. La Juve rimontava e intanto il Capitano lavorava senza sosta fra campo, palestra e fattori di crescita per tornare a riprendersi la Roma. Il terzo atto è cominciato domenica, più o meno là dovera finito il primo: Gervinho, Benatia (stavolta la doppietta è del difensore) e soprattutto Totti. Non ha corso per tutto il campo? E allora? Non gli era richiesto, visto che Garcia, sapendo che il rischio debito dossigeno cera, gli ha messo davanti Mattia Destro lasciandolo a inventare fra le linee. Non ha segnato? Merito di Frison che in qualche modo è riuscito a respingere il suo destro violento a metà ripresa. Ad applaudire il suo ritorno in tribuna cera tutta la sua famiglia, quella cui potrà dedicarsi completamente da qui al 30 dicembre, giorno dellavvio delloperazione Torino. Il Capitano passerà il Natale in assoluto relax: niente vacanze esotiche (anche perché i giorni di riposo non sono molti), al massimo un salto in montagna, sulla neve di Cortina. Ora che Totti si è ripreso la Roma, non gli resta che riprendere la Juve.