CORSERA (G. PIACENTINI) - Ancora oggi sono molti i tifosi della Roma che, vedendoli giocare con la Fiorentina, provano rimpianto: Alberto Aquilani e David Pizarro, il primo nato e cresciuto a Trigoria, il secondo romanista per sei stagioni
Più che dal duello tra Gervinho e Cuadrado o tra Ljajic e Giuseppe Rossi, sarà in mezzo al campo che si decideranno le sorti della partita. Perché se è vero che il trio viola è di livello, quello romanista ha dimostrato di esserlo allo stesso modo, se non di più. Se, come sembra, Garcia non farà rivoluzioni, domani toccherà a De Rossi, che ieri ha lavorato in palestra ma la cui presenza non è a rischio, Pjanic e Strootman, che nonostante una leggera flessione nelle ultime giornate occupano tre dei primi quattro posti - l«intruso» è Pogba - nella classifica di rendimento dei centrocampisti della serie A. Due reparti simili, composti da calciatori completi e che sanno fare entrambe le fasi: se De Rossi e Strootman da una parte e Borja Valero e Aquilani dallaltra, dovranno proteggere e ripartire, a Pjanic e Pizarro toccherà il compito di dare fantasia e imprevedibilità alla manovra.
Un ruolo che non potrà assolvere Francesco Totti, che anche ieri si è allenato con i compagni - ha pronosticato una doppietta per Maicon - ma che al massimo andrà in panchina: la sua limitata autonomia dovrebbe consigliare a Rudi Garcia di preservarlo per la gara del 16 col Milan. Ad assistere al match contro la Fiorentina ci sarà James Pallotta, che ieri mattina è atterrato a Ciampino rivelando molto poco sui programmi della sua trasferta romana. «Sono qui - le parole del presidente giallorosso - solo per la partita. Speriamo di vincere contro la Fiorentina, non credo che ci siano problemi per la squadra: abbiamo fatto dieci vittorie e quattro pareggi. Sugli arbitri preferisco non commentare, lascio che se ne occupi Rudi. Incontrerò il sindaco Marino solo per parlare e per un caffè». Riguardo ai rapporti con Unicredit «non cè nessun problema. Investitori cinesi? Non so di cosa stiamo parlando ».