IL TEMPO (A. AUSTINI) - Totti cè. Va in panchina ma torna dopo neppure due mesi ed è un mezzo miracolo. Garcia è sicuro che «vedremo undici lupi sul campo»
Alle 12.30 allOlimpico la partita degli ex e un bivio per i giallorossi dopo quattro pareggi di fila, lallungo della Juve a + 6 e laggancio fallito dal Napoli ieri sera. Il capitano si è allenato a pieno ritmo per tre giorni e dopo pranzo è arrivato lok: convocato, ma non può giocare dallinizio come vorrebbe (e come ha confidato a Montella). In attacco dovrebbe esserci Ljajic, lui che conosce alla perfezione i difetti della difesa viola. Garcia è pronto a concedergli unaltra chance per sfruttare la sua velocità nel contropiede contro la spregiudicata Fiorentina. Altrimenti cè Borriello recuperato. Destro? In panchina al fianco di Totti, «ma ora è guarito - assicura Rudi - e può aiutarci». Il francese è più tirato del solito. Ha letto e ascoltato le prime critiche, specialmente dopo Bergamo. «Quando faccio una scelta per me è sempre buona, dopo è facile cambiare idea. Ho solo delle persone da convincere e sono i miei giocatori, gli altri non sono importanti. I segnali delle ultime partite sono positivi, dobbiamo giocare come lultima mezzora a Bergamo e segnare più gol: così vinceremo».
Oggi non cè altra strada e Garcia lo sottolinea. «Prima voglio vincere, poi spero che vedremo uno spettacolo interessante. Roma e Fiorentina fanno tanti gol, ma il calcio è strano e può uscire anche un brutto 0-0». La Juve scappa, Rudi fa il disinteressato. «Non importa il risultato degli altri. Della Juve mi preoccuperò solo il 6 gennaio quando ci giocheremo contro ed è ancora lontano». Il mini-ciclo con viola, Milan e Catania sarà la preparazione, aspettando il richiamo di quella atletica durante le feste. Per adesso Garcia ha eliminato le doppie sedute. «È più da 5 mesi che la squadra si allena - spiega - non abbiamo bisogno ora di fare due sessioni. A Bergamo negli ultimi 30 minuti abbiamo giocato alla grande, quindi stiamo benissimo». La forma degli arbitri, invece, è sempre scadente «ma bisogna aiutarli di più con la tecnologia come accade nel rugby» è lauspicio di Garcia che i potenti del calcio non ascoltano. Pallotta ne sa qualcosa: la moviola negli sport americani è ormai legge. E il tutto è sempre vissuto con ben altra serenità. Per spezzare la sacralità della conferenza il «burlone» di Boston si è improvvisato giornalista e ha chiesto a Garcia se stavolta intende seguire lintera partita a bordo campo visto che è già stato espulso due volte. Pronta la replica ironica del francese: «Non avete una domanda sui cinesi o sullo stadio? Cè qui il presidente che può rispondere». Il nuovo impianto e il socio saranno gli argomenti caldi di domani, di mattina in Campidoglio e di sera alla festa natalizia del club al Macro di Testaccio, dove è prevista la chiacchierata tra Pallotta e Fiorentino di Unicredit. Oggi conta solo la partita.