CORSERA (L.VALDISERRI) - La striscia di vittorie della Roma si ferma a dieci e, calcisticamente, è giusto che la blocchi il Torino di Ventura che si guadagna il pareggio con una gara molto coraggiosa, a partire dal modulo di gioco, anche se nel finale i granata si sono chiusi in difesa (non una specialità della casa) e hanno rischiato di buttare allaria tutto quello che avevano fatto.
La Roma è parsa stanca e, per la prima volta da quando è a Roma, Garcia ha sbagliato per difetto e non per eccesso. Forse la risposta sta proprio nelle condizioni non perfette della squadra, che continua a giocare senza Totti e senza Gervinho. Di sicuro la scelta insistita di Borriello, che gioca un calcio che questa squadra non conosce, è stata più un freno che un vantaggio. Ljajic è rimasto in panchina e quando è entrato dopo che uno stratosferico Cerci aveva pareggiato il gol di Strootman, togliendo a Biabiany il record di essere lunico calciatore di serie A ad aver battuto De Sanctis in questo campionato ha ossigenato lattacco con 20 minuti di grandissima qualità. Ha tenuto palla, si è guadagnato tre punizioni, ha impegnato Padelli con i tiri più pericolosi. Incomprensibile la sua rinuncia dal primo minuto. Al contrario di Garcia, Ventura ha osato molto e ha mandato in campo un 4-2-4, che diventava 4-4-2 in fase difensiva. Nella ripresa lo ha corretto con un 4-3-3 sempre molto offensivo. Ha attaccato la Roma anziché subirla. Solo nellultimo quarto dora contro la stanchezza e contro Ljajic i granata si sono chiusi in difesa e hanno corso pericoli. Per unora abbondante, però, escluso il gol di Strootman (bella combinazione tra Pjanic e Balzaretti e assist del bosniaco per la conclusione a colpo sicuro dellolandese), la Roma non aveva mai impegnato Padelli. Garcia ha preferito «alzare» Pjanic in avanti e ha di fatto rinunciato al vero 4-3-3 che ha sempre schierato in questa stagione. Tenuto conto che Florenzi è un centrocampista offensivo, la scelta è sembrata troppo conservatrice.
È anche vero che, come ha detto il francese a fine gara, «non si può vincere sempre e un pari fuori casa non è mai negativo. Sono contento del gioco, di Bradley e Burdisso: quando si gioca tre partite in una settimana è importante avere uomini freschi. Abbiamo creato meno del solito? Senza Totti e Gervinho abbiamo meno soluzioni davanti. Non si poteva giocare con Borriello e Ljajic insieme perché dopo unora o 70 minuti entrambi avrebbero avuto bisogno il cambio». Quasi tutto giusto e criticare un tecnico che ha fatto 31 punti su 33 sarebbe folle. Ma la scelta Borriello/Ljajic è stata sbagliata. Così come ha sbagliato tanto larbitro Banti e Garcia, con garbo, lha fatto notare: «Abbiamo preso gol con Benatia che era arrivato per primo sulla palla e il giocatore del Torino (Meggiorini, ndr) era dietro. Anche su Maicon in area non parlo. Forse non era niente, ma, se Maicon va avanti, crea un pericolo importante. Io, comunque, faccio il mio mestiere e larbitro fa il suo. A volte ci si sbaglia, sono fatti di gioco». Purtroppo per la Roma, ma non per il campionato, si è sbagliato anche Benatia. Poteva liberare larea, si è fatto portare via palla da Meggiorini. Forse con un fallo, forse no. Ma la verità è che non si può vincere sempre.