Più di prima

12/11/2013 alle 09:38.

IL ROMANISTA (G. SANZOTTA) - La maledizione degli ex. Potrebbe essere questa la sintesi di due domeniche che, inutile nasconderlo, ci sono andate per traverso. Due ex poi, che non sono arrabbiati con la Roma, uno, Cerci che vorrebbe

A volte ti puniscono ingiustamente, delle volte ti gratificano oltre misura. L’importante è non smarrirsi. E la Roma vista all’Olimpico è tutto meno che una squadra smarrita. Così , cari amici tifosi evitiamo analisi negative, lasciamo da parte rassegnazione e fatalismo. Noi ad agosto mai avremmo pensato di trovarci a metà novembre primi in classifica. Lo siamo con merito. Abbiamo ottenuto due pareggi che ci hanno trasformati da fenomeni da record in squadra normale, ma forte, capace di essere a pieno titolo prima in classifica. Con orgoglio ieri Il Romanista titolava :siamo primi. Lo siamo e vogliamo restarci. E il fatto di avere la così vicina deve diventare uno stimolo in più. Chi ha la mia età non ha dimenticato gli anni ’80, avremmo meritato qualche successo in più. Chi può dimenticare quel gol di Turone annullato. Storia vecchia? Certo, ma se adesso dobbiamo giocarcela con la quel ricordo diventa rabbia e anche sete di vendetta (sportivamente parlando).

Dovrebbe essere lo stimolo in più, abbiamo un avversario dichiarato e minaccioso, ma non lo temiamo. Vogliamo sfidarlo e batterlo. Certo non dimentichiamo il , se si rifarà sotto pènseremo anche a questo, ma a dire il vero non ho mai pensato che potesse vincere lo scudetto. Comunque è a noi che dobbiamo pensare, e inutile nasconderlo, domenica ci siamo arrabbiati. Perché dispiace perdere due punti così, perché abbiamo giocato meglio che in altre occasioni, perché il Sassuolo poteva essere travolto. A mente fredda rifacciamo i nostri conti. Una consapevolezza, la Roma è una squadra vera. C’è e resterà competitiva. Altra considerazione: benvenuta sosta. Potremo rimettere in sesto alcune cose, tirare il fiato dopo una galoppata travolgente. Recuperare qualche infortunato. E speriamo che torni presto . Proprio le assenze pongono qualche pensiero sul futuro. Siamo in corsa, siamo primi, giochiamocela fino in fondo. E a gennaio se c’è bisogno di qualche rinforzo cari dirigenti non siate di manina corta. Fateci coltivare un sogno. Pur non volendo insegnare ad alcuno mi permetto di fare due considerazione tecniche.

La prima riguarda il fatto che la Roma non può cambiare tipo di gioco. Ha una propria identità, su quella deve proseguire e se necessario cercare sostituti giusti per i titolari. L’altra riguarda il rischio di una certa leziosità, magari figlia di una sensazione di superiorità, che potrebbe minacciare qualcuno dei nostri. Una goffa rete con il ginocchio ha lo stesso valore di una splendida rovesciata o di un pregevole colpo di tacco. Come a dire non cercate sempre la bella rete, buttatela dentro. La consapevolezza della propria forza alimenta l’autostima, il coraggio e di conseguenza consente di affrontare l’avversario nel migliore dei modi. A patto però che non finisca per trasformare tutti in Narciso, innamorati della propria bellezza. mi sembra un uomo concreto e saprà porre un freno a tali rischi. Ma tanto vale la pena avvertire. Vogliamo divertirci allo stadio, ma stavolta vogliamo anche divertirci vincendo. Soprattutto perché ieri sera ho visto quelle scene di eccessiva euforia in casa bianconera. Quando loro festeggiano io mi carico. Mi piacciono più delusi e amareggiati. Come è bello amareggiato, quando se la prende con il mondo. Come sono belli i giocatori bianconeri uscire a testa bassa dal campo.

Dico questo da tifoso, non dimenticando che alcuni calciatori della sono dei campioni e dei grandi sportivi. Ma da tifoso voglio batterli. Mi piacciono di più se sconfitti, sono un po’ come i laziali: belli e simpatici quando le prendono. Molti anni fa qualcuno mi parlò di un famoso 5-0 a campo Testaccio. E fu bellissimo anche se la notizia era ormai un po’ vecchia. Che gioia quel segno del capitano con la mano verso la panchina bianconera. Quel 4 e a casa chi potrà mai dimenticarlo. Ricordi lontani che per non trasformarli in reperti da museo, dobbiamo farli rivivere oggi. Per questo mi esalta la sfida con la , perché riprende un filo interrotto. Soprattutto perché offre finalmente l’occasione per ridefinire una scala di valori nuova. Roma deve avere una grande squadra competitiva in Italia e in Europa. Solo il nome di Roma può attirare interesse e capitali. Per farci rispettare dobbiamo primeggiare. Questo è il momento. Un po’ di giorni per riprendere il fiato e si riparte. Sempre affamati.