IL TEMPO (G. GIUBILO) - L'ora dei maghi, anche per la Juventus. Un duplice sortilegio, a Parma, a un quarto d'ora dalla fine di una partita in costante equilibrio, anche se i campioni in carica qualche pericolo in più lo avevano creato.
Ecco che Conte chiama due cambi, fuori Tevez e Giovinco, dentro Llorente e Quagliarella, l'uomo dei miracoli: gli bastano pochi secondi per inventare un sinistro a giro pazzesco, il palo salva Mirante, ma il più rapido è Pogba, tap-in vincente, per la prima volta Conte vince al Tardini. La Juventus non molla un centimetro, nel suo inseguimento alla vetta, ancora una volta a due soli punti, in attesa che la Roma si conceda il diritto di replica. Non la versione più brillante della Juventus di questi ultimi tempi, ma carattere e potenza fisica fanno ancora la differenza, troppo leggero il Parma che pure era stato il primo a mancare un'occasione da gol, il risultato è legittimo.
Non perde l'occasione il Napoli, anche se non riesce a chiudere i conti in anticipo, peché dopo le immediate esecuzioni griffate di Callejon e Hamsik, concede un gol al Catania e poi spreca il possibile, rischiando qualcosa. Senza fine il baratro nel quale è sporofondato il, Milan, la Fiorentina passeggia a San Siro con Vargas e Borja Valero, Kakà si danna senza raccogliere, Balotelli latita, la difesa si conferma colabrodo. Per Max Allegri potrebbe essere stato il passo d'addio definitivo alla panchina rossonera.
Un altro record da attaccare, quello europeo che appartiene alla storia del Tottenham, serie iniziale di undici vittorie, ma parliamo di mezzo secolo fa. Una statistica che non interessa più di tanto a Rudi Garcia, attento per ora soltanto a una classifica privilegiata nei confronti degli avversari più pericolosi: quelli che, rispetto alla Roma, dispongono di organici più solidi, tanto da consentirsi soluzioni alternative più agevoli rispetto ai giallorossi.
Le difficoltà, stavolta, non riguardano solltanto la fase offensiva, attacco quasi smobilitato dallo stop di Totti, il capitano del quale è impossibile non avvertire l'assenza, ma anche del lungodegente Destro e infine di Gervinho, neanche partito alla volta di Torino.
Temibili in contropiede, come tutte le squadre di Ventura, i granata vorranno sfruttare la velocità e la qualità di Cerci, un ex tornato a rifiorire dopo avere mancato occasioni preziose senza confermare le grandi promesse giovanili.
Pesa, in questo senso, la squalifica di Castan, per la prima volta non ci sarà la cerniera d'acciaio garantita da Benatia e dal brasiliano, coppia affiatata e complementare. Si rivedrà il vecchio Burdisso, tanta esperienza a supporto dei compagni, sulla destra tornerà Maicon, dopo l'ennesima risposta confortante offerta da Torosidis. La cena all'Olimpico, gli scherzi su maghi e stregoni, tutto per alleggerire una pressione che il tecnico sta gestendo al meglio, sa bene che la serenità rappresenta l'arma in più della Roma dei primati.
L'appuntamento serale è il più prestigioso della domenica, impoverita dai tre anticipi carichi di qualità nel rispetto degli impegni di Champions, terribili quelli di Juve e Milan contro le ammiraglie di Spagna, non spaventa il Napoli l'arrivo del Marsiglia. (...)