«Una Roma da vertice: era nei piani»

19/10/2013 alle 11:21.

CORSPORT (R. BOCCARDELLI) - Veni, vidi, vici, Pjanic... James Pallotta si gode la sua Roma festeggiando il blitz improvviso nella Capitale che ancora una volta ha portato bene. Come sono lontani i languori dell’epoca Dibenedetto... «E’ stata una notte spettacolare, avvincente, inebriante, ma ricordo a tutti che questo è solo l’inizio, e il cammino è ancora molto lungo».

- Ancora una volta tra i migliori in campo. In collaborazione con , ha evitato un gol che poteva indirizzare e cambiare le sorti della partita. Ha chiuso con la fascia da capitano e con l’abbraccio infinito della alla quale ha regalato anche la sua maglietta. E’ rimasto alla Roma per vivere serate come queste... «E’ la parte più bella del nostro mestiere. E’ presto, ma possiamo parlare di una squadra veramente forte, in grado di fare grandi cose». Il salvataggio su Pandev?«Il vero miracolo lo ha fatto , ha dimostrato di essere un fenomenale, se non l’avesse toccata non l’avrei presa nemmeno con la moto [...] Voglio spendere due parole per Borriello. Per me il migliore in campo, anche se l’assenza di si è fatta sentire. A inizio anno lo davano in partenza per il , la Cremonese, la Nocerina... E’ l’esempio di professionalità per la squadra. Quando sei un professionista, nonostante qualche fischio assurdo, puoi toglierti soddisfazioni». Solo la aveva fatto 8 vittorie di fila. E poi ha vinto sempre lo scudetto. «Ne abbiamo vinte anche 11 di fila, ma poi siamo arrivati quinti. Le sfilze di vittorie contano ma fino a un certo punto, se non continui serve a poco».



Ed eccolo Marco Borriello, entrato al posto del capitano con lo spirito del combattente, deciso su ogni pallone fino a provocare il calcio di rigore che ha praticamente chiuso la partita. «Sì, mi sono calato nella parte. Ci sono partite in cui la tecnica è meno importante dello spirito. In qualche modo sono stato decisivo, lo spirito è stato quello giusto». Stagione non facile, con tanta panchina da fare. «Ho avuto sempre fiducia in me stesso, sono un giocatore vivo, ma davanti a me ho un signore che si chiama e possiamo solo applaudirlo. Il mister quando può mi lancia nella mischia e io credo di aver risposto bene [...]. Tutti devono sapere che ci sono altri club attrezzati per lo scudetto, noi siamo degli outsider ma daremo fastidio a tutti. Mi ha convinto a restare a Roma la nuova atmosfera che si respira nell’aria. Qualcosa è cambiato, basta guardare i risultati...»