IL TEMPO (A. SERAFINI) - Aumentando il livello di difficoltà e di pressione il risultato non cambia. Non riesce proprio a cambiare espressione Rudi Garcia, pronto ad accogliere il Napoli nella tanto attesa sfida delll'Olimpico con la calma e la tranquillità che hanno caratterizzato ogni tappa del vincente percorso giallorosso. Avvicinarsi alla sfida da primi della classe, con sette successi in altrettante gare, non cambia le carte in tavola per il tecnico francese
Intanto però si penserà soltanto al Napoli di Benitez, l'allenatore e l'amico che tante volte ha avuto modo di conoscere nell'arco della sua carriera: «Rafa è un grande allenatore, ha vinto tanto. Per me è un esempio, un allenatore bravo e intelligente ed è sempre stato un piacere parlare con lui. Del Napoli temo tutta la squadra, hanno attaccanti veloci, sono forti in contropiede ma sanno anche tenere palla: se vinciamo, sarà una vittoria ancora più bella». Nonostante a Trigoria le scelte sull'undici titolare lasciano ancora qualche dubbio che il tecnico si guarda bene dallo sciogliere con un giorno danticipo: «Strootman ha avuto qualche fastidio al tallone, così come Gervinho che è tornato con un piccolo problema, però alcuni sono pronti per giocare, come Ljajic: può fare la differenza. Preferisco fare una scelta difficile che non avere possibilità di scegliere».
Lasciando più che uno spiraglio anche per il giovane Dodò che dovrebbe comunque parire ancora una volta dalla panchina: «Ha avuto un infortunio grave, ora lo vedo cambiare a livello fisico. Mi sembra abbia cambiato anche mentalità, gli infortuni danno maturità, è più tranquillo e più sicuro nella sua testa. Ho scelte ovunque, a destra e sinistra. Torosidis ha fatto bene, può giocare Romagnoli, posso abbassare Marquinho. Domani (oggi ndr) deciderò».
Garcia sempre più inserito nella realtà capitolina, una conferma arrivata proprio ieri in uno stralcio dell'intervista rilasciata ai media francesi: «Finché il progetto del club è adeguato al mio, non ho motivi di andare a cercare altrove. Oggi sono a Roma e spero che il futuro sia qui. Le cose sono iniziate ad andare bene dopo aver vinto contro il nemico giurato, che è l'altra squadra della città. Una squadra di cui non si pronuncia mai il nome». Meglio di così.