GASPORT (M. CALABRESI / C. ZUCCHELLI) - Adem Ljajic lo aveva detto venerdì: «Sono pronto per giocare». Douglas Maicon, invece, era invece rimasto in silenzio, ma pronto lo era comunque. Entrambi, però, non si aspettavano un debutto allOlimpico così, soprattutto il serbo che con la maglia numero 8 di Lamela ci ha messo
Urlo liberatorio Aspettando Destro o altri attaccanti, segnano pure i terzini. Considerata lesultanza, Maicon quel gol lo sente suo: «È stata una giornata indimenticabile, questo gol è per ringraziare della fiducia che qui hanno avuto in me». Parecchia, considerando lingaggio (tre milioni allanno) e il posto fisso per uno che, parole sue alla stampa brasiliana, amava «esagerare con la vita notturna. È un errore che non si ripeterà. Voglio fare una stagione importante e tornare in Nazionale».
Specialista Un altro che dovrebbe continuare sulla strada intrapresa ieri è Adem Ljajic, che si è già guadagnato la standing ovation dellOlimpico (a proposito, la Roma ha comunicato spettatori e incasso come se la Sud fosse stata piena): allesordio in A aveva segnato alla Lazio, si è ripetuto alla «prima » in giallorosso. «La squadra è molto fortedicee poi cè Totti, che è incredibile sia in campo che dal punto di vista umano. Se giochiamo così, possiamo vincere contro tutti».
Baldissoni Prima della gara, il d.g. Baldissoni ha ribadito lincedibilità di De Rossi («Vogliamo riscattarci insieme») e non si è sbilanciato sul rinnovo di Totti («Non lo perderemo a parametro zero: stiamo lavorando per il rinnovo»). Mehdi Benatia si presenta con una maglietta di Muhammad Alì. Ha lottato tanto, il marocchino: «Il Verona era chiuso, siamo stati bravi ad avere pazienza come col Livorno. Due vittorie? Limportante è aver mandato un messaggio, che siamo una squadra». Almeno finora, pure vincente. E unita, tanto che molti (come Ljajic, Pjanic e Dodò) si sono rivisti a cena.