Ljajic detta le regole: «Voglio giocare. Attacco completo, non servono altri»

31/08/2013 alle 11:17.

GASPORT (C. ZUCCHELLI) - Magari sarà pure vero che non è un cattivo ragazzo, come qualcuno lo dipinge, ma intanto Adem Ljajic si presenta e mette subito in chiaro le cose: «Voglio giocare sempre, quando non succede mi innervosisc

Bad boy Non ha ancora 22 anni, ma non sembra intimorito né da una piazza come Roma né da uno spogliatoio di giocatori importanti: «Sono qui e sono pronto – spiega – e posso dire di non essere mai stato cattivo. Sono nervoso se non gioco, ma per il resto ho sempre avuto un ottimo rapporto con tutti». Delio Rossi a parte: «Sì, ma io di quell’episodio non voglio più parlare ».

Lapsus viola Preferisce concentrarsi sul futuro, il serbo. Anche se la è un capitolo difficile da chiudere: per questo, a inizio conferenza, si emoziona e dice: «Mi aspetto di arrivare in Europa, la è un’ottima squadra», riferendosi alla Roma. terrà l’appartamento acquistato a due passi dal Franchi, mentre a Roma vivrà, almeno per quest’anno, in affitto. Ma questo non significa che si senta un giocatore di passaggio: «Posso stare qui anche dieci anni. Voglio vincere qualcosa, so che ci sono delle ambizioni».

Seconda scelta Peccato però che la sua prima scelta non fosse la Roma. Il Milan era nei suoi sogni, ma lui non conferma né smentisce e se la cava con frasi di circostanza: «Ho cercato l’accordo con la per il rinnovo ma non è stato trovato. Quando il mio procuratore mi ha detto che c’erano alcune squadre su di me ho scelto di venire a Roma perché è un club forte, che vuole fare grandi cose e con una bella storia».

Secondo posto Meno di circostanza sembra invece la convinzione che, con la rosa attuale, la Roma sia seconda solo alla : «Dopo i bianconeri ci siamo noi, la , il e il Milan. Ce la possiamo giocare anche perché, insieme ai viola, siamo quelli che esprimiamo il miglior calcio. Lo scorso anno la Roma ha battuto sempre la perché è l’unica squadra che l’ha affrontata giocando a calcio ».

Niente paragoni eredita la maglia numero 8 di Lamela: «Non voglio fare paragoni. Lui è mancino e io , lui giocava esterno mentre io amo partire da sinistra. E poi lui è andato via e io appena arrivato... Non voglio aggiungere altro». Neanche sulla clausola rescissoria che, presente in una scrittura privata tra lui e la Roma, gli consentirebbe di liberarsi già tra un anno per una ventina di milioni: «Non ne so niente. Chiedete al mio procuratore ».

Portafortuna Clausola o meno, a la Roma chiede gol, assist e poche polemiche. Gli è stato spiegato bene – anche da a cena un paio di sere fa – che quest’anno ai giocatori non verrà perdonato niente. Visto come è entrato in punta di piedi nello spogliatoio sembra aver capito, e dai primi approcci avuti coi tifosi ha capito pure che al derby del 22 settembre dovrà mantenere la tradizione: alla Lazio ha già segnato tre gol, se incrementasse il bottino alla prima partita altro che bad boy, per i romanisti diventerebbe un angelo.