De Sanctis saluta e arriva

23/07/2013 alle 10:29.

IL ROMANISTA - «Mi raccomando non mi sfottete troppo». Di fatto quello di Morgan De Sanctis è stato un saluto a Napoli e al Napoli anche se arrivato da Dimaro. Ovvero dal Trentino dove la squadra di Rafa Benitez è in ritiro. Un addio di cui si sa da tempo ma ribadito nella serata di domenica nella piazza principale del piccolo

Magari già oggi o più probabilmente domani o giovedì, prima della partenza per Salonicco dove venerdì è in programma l’amichevole contro l’Aris. Ieri intanto il giocatore si è allenato con i compagni di squadra a Dimaro e per lui sono arrivati tanti cori da parte dei tifosi che gli chiedono di restare. Non sarà così, prenderà la strada di Roma e la maglia sudata dell’allenamento regalata ieri a un tifoso è stata interpretata da molti come un gesto di addio per la società e per la squadra in cui è stato per 4 anni, con la quale è tornato a grandi livelli dopo la parentesi all’estero. Il Galatasaray e ancora prima il Siviglia, scelto facendo leva sulla rescissione d’ufficio del contratto che lo legava all’Udinese chiesta e ottenuta della FIFA grazie alla norma secondo la quale un calciatore che ha superato i 29 anni può richiedere l’interruzione del contratto a fronte di un modesto indennizzo. Una scelta forte, una decisione presa e portata fino in fondo a conferma del carattere "tosto" di un ragazzo che a 36 anni compiuti ha scelto di cambiare aria per continuare ad essere protagonista. Di anni ne aveva solo 17 invece nella stagione 1994-1995, quella in cui tutto per lui iniziò. All’epoca Morgan era il della Primavera del , squadra nella quale è cresciuto calcisticamente. , non molto distante da Guardiagrele (la cittadina in Provincia di Chieti nella quale è nato) famosa per la lavorazione dei metalli. Ecco, sembra uno duro come il metallo, non certo uno che si fa prendere dalle emozioni. In quella stagione 94-95, ancora minorenne venne gettato nella mischia, convocato per la partita con il Venezia in Serie B per un’emergenza tra i pali. Ma non finisce con una convocazione, capita che gli infortuni dei portieri proseguono e lui entra in campo. Come se non bastasse c’è anche un rigore contro. A batterlo un certo Christian Vieri. vola, respinge e da quel momento diventa il titolare. Nel 1997 il grande salto verso la , dove non trova spazio e allora se lo va a prendere a Udine. Poi Spagna, Turchia e quindi il . Ora si ricomincia, da Roma. Questione di ore, basta aspettare