IL ROMANISTA (V. META) - Ora che Mattia Destro è tutto della Roma, non gli resta che fare in modo che sia la Roma a diventare tutta sua. È arrivata ieri lufficialità del diritto di riscatto sul prestito a fronte del pagamento al Genoa di quattro milion
Daltra parte, il riscatto era previsto dagli accordi raggiunti un anno fa con Preziosi, al termine di una telenovela durata per mezza sessione di mercato e felicemente conclusa solo a fine luglio, quando si erano dovuti arrendere anche gli estremi tentativi del Milan, che pure di affari con il Genoa ne aveva in ballo quasi quanto lInter. A Destro, rientrato mercoledì da Tel Aviv e subito partito per qualche giorno di vacanza, la notizia è arrivata mentre si trovava al mare. Un riposo meritato e utile più che altro per recuperare energie sotto il profilo mentale, al termine di una stagione durata un mese in più rispetto alla maggior parte dei compagni per via dellEuropeo con lUnder 21 e conclusa con lamarezza doppia della finale con la Spagna, persa senza averne giocato nemmeno un minuto. Del resto, di riposo forzato Mattia questanno ne ha fatto anche troppo, visto che linfortunio al menisco rimediato a fine gennaio lha costretto a guardare in tv tutta la parte centrale dellannata, dallesonero di Zeman in poi.
Mai avrebbe immaginato che la sua prima stagione in giallorosso, quella del grande salto dopo i lampi di Genova e lexploit di Siena con tanto di doppia cifra, potesse rivelarsi tanto travagliata, sia a livello individuale per i problemi fisici che lo hanno tormentato, sia a livello di squadra, fra cambi in panchina e un caos tecnico e tattico che un anno fa, quando si trovava a parlare del suo futuro nella Roma di Zeman, era ben lungi dallimmaginare. Anche perché inizialmente a Destro non era stata prospettata la concorrenza di Osvaldo, sul piede di partenza già a giugno 2012, poi trattenuto per volere di Zeman in persona. A quel punto per il giovane attaccante si è aperto uno scenario tutto diverso, gerarchie da scalare, duttilità da dimostrare e un tecnico da convincere non delle sue qualità (su quelle il Boemo non ha mai avuto dubbi), ma della sua voglia di dimostrarle con continuità.
Ci stava riuscendo piuttosto bene a cavallo fra dicembre e gennaio, quando i suoi gol hanno portato la Roma con un piede in finale di Coppa Italia, poi lintervento al ginocchio lo ha obbligato a ricominciare tutto da capo. Quando è tornato, però, lo ha fatto a modo suo: due gol a San Siro (che molti, ma non lui, considerano il suo stadio mancato) nella semifinale di ritorno di Coppa, quanto basta per scacciare i fantasmi e mandare a casa la squadra di Stramaccioni, il tecnico che avrebbe voluto portarlo alla Roma con sette anni di anticipo. La finale del 26 maggio lha giocata da titolare senza riuscire a salvarsi dal naufragio, ma almeno non ha avuto troppo tempo per rimuginarci sopra, visto che già lindomani era atteso a Milanello insieme al compagno di stanza Florenzi per preparare lEuropeo Under 21.
Europeo che per qualche ora ha perfino pensato di poter saltare, visto che proprio in quel lunedì 27 maggio Prandelli decideva di applicare il suo famigerato codice etico per escludere Osvaldo dalle convocazioni per la Confederations Cup per non aver disertato la premiazione in Coppa Italia. Proprio Destro sembrava il principale indiziato per sostituire in azzurro il compagno di Roma, ma alla fine il ct ha deciso di non rimpiazzarlo accontentandosi di Balotelli e Gilardino. Lavventura in Terra Santa per Mattia non è andata come sperava, condizionata da un piccolo guaio al ginocchio rimediato prima della partenza per Tel Aviv.
Quando tornerà a Roma per mettersi a disposizione di Rudi Garcia con ogni probabilità troverà uno scenario diverso rispetto a un anno fa: con Osvaldo destinato a partire, toccherà a lui prendersi le responsabilità di un attacco ancora tutto da decifrare quanto a numero e schieramento degli interpreti. Una prima volta per Destro, che da oggi può considerare finito il tempo delle promesse.