Si partiva dalla volontà di importare il modello Barcellona, e incassato il no da Guardiola ripiegarono su Luis Enrique. Si proseguiva dopo aver rotto di nuovo con Montella, e si scelse Zeman con la volontà di avere appeal sui tifosi e di proporre un tecnico bravo nel lanciare i giovani, tanti, presenti in rosa. Si è messa una pezza con Andreazzoli, che inizialmente partorì risultati ottimi, ma poi si è irrimediabilmente perso, come capita spesso quando si frequenta Trigoria.



Trenta nomi. Non può succedere neanche quando devi fare calcio partendo da una rifondazione. Non deve accadere neanche quando devi mettere in piedi una rivoluzione bis. Diventa addirittura pericoloso se si fallisce per il secondo anno consecutivo, si manda via l'allenatore a inizio febbraio, e ci si riduce alla fine di maggio a dover sperare che un obiettivo, Allegri (ancora in corsa per la panchina giallorossa) rompa con il Milan e accetti quasi suo malgrado la proposta di una Roma che se sbagliasse scelte vitali per la terza volta consecutiva farebbe calare il sipario sul sogno, infranto, americano.