IL TEMPO (E. MENGHI) - «Ho ottenuto quello che volevo alla Roma. Ma allo stesso tempo ho perso delle occasioni, delle cose che qui non ho potuto vincere. Ad esempio la Champions League». Quando Francesco Totti raccontava a France Football i rimpianti della sua carriera, ancora non sapeva che pochi giorni dopo ne
Il capitano è rimasto profondamente deluso dalla Coppa Italia persa e consegnata alla Lazio, perché per il tifoso che è in lui quel trofeo poteva valere come uno scudetto e per il professionista che è sarebbe stato il giusto coronamento di una carriera passata a dire no alle grandi per restare nellunica capitale che ama. «Nel 2004 ero in partenza per il Real. Volevo una grande squadra per vincere e, in quel periodo, i dirigenti non potevano darmi tutto quello che volevo. Se fossi andato a Madrid, avrei vinto tre Champions League e due Palloni dOro. Ma alla fine, per fortuna, il cuore ha deciso di restare a Roma: la fedeltà è già una vittoria. Qui, quando tutto va bene, è come se fossi il Papa». Non sempre, però, le cose vanno bene.
Dopo il derby, Totti ha preferito sparire nel nulla, lasciando a Perrotta il compito di metterci la faccia. Francesco non se lè sentita di parlare e, come hanno fatto molti tifosi presenti allo stadio, ha lasciato lOlimpico in silenzio, tenendo per mano i figli. Non ha scritto nemmeno una riga sul suo blog e, in quel vuoto, cè tutta la sua frustrazione. La voglia di scappare altrove però non gli è mai venuta, o quasi: «Carlos Bianchi pensava che fossi un giocatore normale e non mi voleva. Avevo quasi firmato con la Sampdoria, ma il presidente Sensi disse: "Lui non si muove di qui". Ora ho offerte da importanti club stranieri, ma invecchierò qui, con la stessa maglia».
Fu mamma Fiorella a scegliere la Roma per lui: «Se avesse scelto la Lazio lavrei ammazzata». Per Totti la Lazio è «niente» e, anche se laddetta stampa a fine intervista precisa che «non voleva fornire parole per definirla», in quella risposta cè il senso di una scelta fatta un quarto di secolo fa.