CORSPORT (A. MAGLIE) - Lamela affonda la Roma. Una palla perduta in mezzo al campo, un contropiede sprecato, tanto sprecato da far partire quello del Chievo: cross di Dramé e Thereau che faceva perdere le sue tracce a Castan facendo passare il pallone tra le gambe di Lobont. Una beffa, vista così. Un epilogo temuto se
OCCASIONE - Per la Roma la sfida di ieri era una ghiotta occasione per agganciare, almeno per una notte, la Fiorentina. Anche per questo era lecito attendersi un altro atteggiamento, un approccio diverso, se non feroce almeno determinato. Invece, la squadra di Andreazzoli è parsa replicare il copione indigesto messo in scena contro il Pescara, nonostante il Chievo non apparisse armato di idee bellicosissime. Sistemata con tre difensori e Totti sostanzialmente dietro le due punte (Osvaldo e Destro), la Roma ha mostrato non poche difficoltà nella costruzione dell'azione perdendosi soprattutto nelle vie centrali dove andava a sbattere contro il muro edificato da Corini con cinque difensori e tre centrocampisti impegnati in un lavoro di grande copertura. Sarebbe stato necessarrio allargare il campo e muovere la difesa con improvvisi cambi di gioco (attività in cui si impegnava solo Totti). La squadra di Andreazzoli facilitava il compito degli avversari giocando sotto ritmo e tenendo troppo palla.(...)
SCOSSA - Vedendo il tempo scorrere e le difficoltà diminuire in misura limitata, Andreazzoli decideva, dopo aver spedito in campo Florenzi al posto di Piris rimasto ferito alla testa in seguito a uno scontro con Dramé, di rischiare anche Lamela (lasciato inizialmente in panchina poiché diffidato) per provare ad aggiungere velocità e creatività sull'esterno. La Roma, in realtà, nella ripresa ha provato ad aggredire gli avversari affidandosi, però, più alla volontà che all'organizzazione. Tanto è vero che in mezz'ora solo in tre occasioni la squadra di Andreazzoli si avvicinava pericolosamente dalle parti di Puggioni (due volte al 9'con un tiro di Totti deviato sulla traversa e con una conclusione di testa di Destro spedita in angolo dal portiere; quindi con Dodò che trovava sulla sua strada il muro di Puggioni e Andreolli). Il tecnico giallorosso provava a rimescolare le carte prima mettendo Florenzi sulla fascia, dopo accentrandolo in seguito all'ingresso sul terreno di gioco di Lamela, per riportarlo, poi, di nuovo sull'esterno avanzando il compagno argentino e richiamando in panchina Destro. Cresceva l'ansia della Roma e cresceva anche la paura di una beffa finale. Che arrivava puntuale, firmata da Thereau.