GASPORT (C. ZUCCHELLI) - La rabbia dei tifosi, sfogata a Trigoria con un lancio di sassi contro il pullman della squadra e con cori contro la dirigenza, e la tristezza infinita dei giocatori. Per capire con che stato danimo i romanisti (Osvaldo escluso, ma lui fa storia a sé) hanno lasciato lo stadio basti pensare che fuori, accanto ai
Occhi lucidi Non è stato lunico a piangere: come lui un disperato De Rossi nello spogliatoio e chissà che non sia stata la sua ultima partita in giallorosso, considerati pure i tanti insulti ricevuti a Trigoria ma anche Burdisso, Florenzi e Dodò. Totti, raggiunto dai figli, aveva gli occhi lucidi, Destro pure, soltanto Osvaldo e Pjanic, al posto delle lacrime, avevano rabbia da vendere. Tachtisidis, espulso dalla panchina per essere andato a protestare con il quarto uomo, invece si era calmato, complice anche la visita del presidente Pallotta che ha provato a confortare (inutilmente) la squadra.
Osvaldo furioso Litaloargentino, unico a non salire sul palco per ritirare la medaglia, al fischio finale ha lasciato lo stadio imprecando contro Andreazzoli, ha dato un calcio a un cartellone pubblicitario e ha continuato con alcune bottigliette a portata di piede. Non ha digerito lesclusione, così come non lha digerita Miralem Pjanic che, a 5 minuti dal fischio finale, ha scagliato il fratino per terra. Il loro futuro è più che mai in bilico: la Roma ha proposto al bosniaco il rinnovo di contratto, lui ha preso tempo e prima di decidere aspetta di conoscere il nome del nuovo allenatore. Di certo, il terzo anno di fila senza coppe europee avrà il suo peso. Se Pjanic deve riflettere, Osvaldo dovrebbe aver giocato la sua ultima partita in giallorosso. Per la Roma è tutto tranne che incedibile, a patto però di trovare qualche club disposto a sborsare almeno 15 milioni. Perché, bizze caratteriali a parte, nessuno vuole svendere il capocannoniere stagionale.