«La mia Roma deve sognare»

04/05/2013 alle 11:15.

CORSPORT (M. EVANGELISTI) - Una scuola ha senso solo se l’allievo supera il maestro. Aurelio Andreazzoli ha assistito alla nascita di un tecnico che forse ora lo ha superato, se non altro nella lunghezza del curriculum di Serie A. (...) Il Montella che oggi Andreazzoli incontrerà per la prima volta è lo stesso di allora, quello dei perché. «Un uom

Si capiva che aveva le caratteristiche per diventare un buon allenatore. Quel che è accaduto dopo è stata solo la conferma. Vincenzo fa giocare in modo spettacolare, si aggiorna di continuo e dà spazio ai collaboratori. Ecco perché ottiene risultati. E poi si porta dietro un’arguzia e una simpatia istintive»


RESPONSABILI - Così il maestro sull’allievo, un maestro che sa stare al suo posto e si lascia superare se necessario, dagli allievi e dagli eventi. «Sono i giocatori a essere decisivi. Gli allenatori possono contribuire. In primo luogo non combinando pasticci» , dice Andreazzoli. (...) «Io spero che cali di tensione come quelli con Palermo e non si verifichino più. Non mi sento di giurarlo. Troppe volte pensavamo di esserne venuti a capo per poi scoprire che ci eravamo sbagliati. Non voglio ancora rinunciare all’utopia, non finché diventa matematicamente impossibile costruirla» . L’utopia è, ovviamente, il terzo posto. «Eh, lo scudetto no di sicuro» . A noi sembra già abbastanza complicato raggiungere l’Europa League visto il calendario. Però Andreazzoli ha ragione, non vuole che i suoi abbassino lo sguardo, vuole vederli vincere o perdere a mento alto. Anche se non tutti stanno bene. « zoppica, ha appena ripreso, può essere il nostro Pizarro se è a posto. Di sicuro non farò correre rischi a nessuno. Soffro troppo quando un giocatore si fa male»
 
SENZA BARBA - Gli ripugna parlare di mercato, lo infastidiscono le ciarle sulla strategia. Perché pretende concentrazione e fors’anche perché vuole godersi una per una quelle che sono probabilmente le sue ultime partite da allenatore della Roma. Nonostante la dichiarazione di voto in suo favore da parte di Spalletti. «Lo ringrazio, ma Spalletti non è un dirigente» . E nonostante la sua convinzione di essere all’altezza del compito. «Sì, io mi sento un domatore. Nel senso che ho tutto sotto controllo. Forse non do quest’impressione perché vado in giro sbarbato» . A lui invece dichiarazioni di voto non vanno chieste. «Osvaldo e sono sovrapponibili dal punto di vista tattico. E su un eventuale scambio Osvaldo-Jovetic non mi pronuncio» . Niente strategie per favore, io sono un tattico.