CORSERA (L. VALDISERRI) - Sarebbe servito un time out di 90 minuti. La Roma non cresce mai e butta via lennesima occasione per avvicinare lobiettivo minimo dellEuropa League ma, soprattutto, per dimostrare di non essere una squadra sopravvalutata e bambocciona. Non si merita nulla quando in un campionato si conquistano
La squadra ha mostrato i suoi limiti di personalità e chi lha costruita, cioè i dirigenti, dovrebbe fare un mea culpa verso i tifosi. Cè il derby finale di Coppa Italia, certo, ma anche in caso di vittoria sarebbe un grave errore archiviare la stagione senza operare con il bisturi. A tutti i livelli. Lesperimento del doppio centravanti (Destro e Osvaldo) è fallito, come era già successo nella nazionale di Prandelli, anche se Destro è stato almeno protagonista di qualche azione. Fallimentare la prova dei due esterni di centrocampo, Piris e Dodò. Malissimo Pjanic, irriconoscibile. Persino Totti ha calciato malissimo i calci dangolo, unico vero schema offensivo della serata. E la palla da cui è nato il contropiede vincente è stata persa da Lamela, a lungo confinato in panchina (come Florenzi e Torosidis, diffidati) ed entrato in campo completamente scarico. Il Chievo si è difeso e ha atteso loccasione. I migliori sono stati il portiere Puggioni, Dramé e Cofie, ma tutti hanno portato il loro contributo per lennesima salvezza conquistata sul campo. Con lumiltà che manca alla Roma.