CORSPORT (M. EVANGELISTI) - LAurelio di Aurelio ha messo a sedere più di un mastino della comunicazione. E una giocata fisicamente im
TERZO POSTO - Mettendo da parte le sottili disquisizioni linguistiche intorno al significato della parola conferma - Andreazzoli allarrivo del nuovo allenatore resterà in ogni caso nello staff della società con un importante incarico, a meno che non lo chiami in panchina qualche altra squadra comè del tutto plausibile -, il tecnico della Roma ha messo avanti non solo desideri, non solo rivendicazioni, ma anche dati. Numeri da trattare con attenzione e sensibilità. Comunque numeri. I praticamente due punti a partita di cui
Andreazzoli parla sono a conti fatti
1,91. Fosse stato lui lallenatore titolare sin dallinizio del campionato, e concedendogli che avrebbe tenuto questa media per tutto il torneo, la Roma sarebbe arrivata al traguardo con 72 punti, arrotondati per difetto. E un risultato che vale il
terzo posto, quantomeno una volata serrata per il podio. Poteva andar meglio. Per esempio, poteva accadere che Andreazzoli non venisse costretto a immergere le mani nel meccanismo tagliente programmato da
Zeman, una macchina a ingranaggi che a prescindere dalla sua efficacia non è semplice da ricondizionare. Infatti allesordio la squadra si è arrotolata su se stessa in trasferta contro la Sampdoria. Dopo quellepisodio, lunica altra sconfitta dellAurelio è arrivata a Palermo, in una giornata di aria calda e cuori gelidi e pedate senzanima. Simile per controprestazione a quella dellOlimpico con il Pescara, quando però due schiaffi al tavolo nellintervallo sono riusciti a trasmettere un po di energia ai ragazzi. (...)
IRONIA - In questa speciale classifica Zeman sta in fondo. A meno che non gli si attribuisca la vittoria a tavolino con il Cagliari. In questo caso scavalcherebbe di mezzo dito il vituperato Luis Enrique, al quale nulla è stato perdonato. Si dirà, a ragione, che è comodo condurre classifiche per undici partite paragonandosi ad altri che di rischi ne hanno corsi molti di più. E vero, comè vero pure il contrario: se sei forte, più giochi e più vittorie porti a casa. Il compito di Andreazzoli era proprio questo: «Massimizzare il rendimento della Roma, valorizzare i nostri giovani, arrivare alla fine del campionato in lotta per qualche obiettivo» , parole sue. Incarico portato a termine non solo con dignità ma anche con competenza. E senza risparmiarsi autoironia. Da tattico, sostiene: «Gli schemi contano poco, quel che è importante è avere giocatori di talento» (...)