Andreazzoli: «Troppa fretta e poco gioco»

08/05/2013 alle 10:12.

CORSPORT (A. MAGLIE) - Andreazzoli è un uomo sfinito, vinto. «Sì, abbiamo avuto problemi nella costruzione della manovra». Poteva essere la partita dell’ulteriore scatto in classifica: serata rovinata, beffa servita. La Roma maledice. Forse anche le scelte di Andreazzoli il cui futuro ora è più nebuloso: «Presumo che i giudizi

ANALISI - Il tecnico prova a spiegare le sue scelte. Ad esempio, la difesa a tre: «Serviva per sostenere un discorso offensivo di un certo tipo ma la manovra è stata farraginosa». Per quello che si è visto in campo, la sconfitta è una punizione severa ma non si può nemmeno dire che la Roma abbia fatto molto per ottenere il massimo: «Non meritavamo questa sorte», si rammarica il tecnico. Ma ammette: «Nella ripresa siamo stati spinti più dalla generosità. Ma se avessimo chiuso in vantaggio il primo tempo, nessuno avrebbe potuto dire nulla». Ribadisce: «Nel primo tempo siamo stati frettolosi, volevamo chiudere subito l’azione. Ma nonostante le difficoltà dovevamo arrivare al riposo in vantaggio. Nella ripresa abbiamo prodotto tante azioni ma non costruite. Ieri sera si sono viste giocate ma non sempre il gioco». Spiega i cambi: « l’ho tolto perché aveva difficoltà fisiche. Ho cercato di tenerlo in campo perché è un calciatore che spesso ha avuto impennate improvvise. Poi, però, avevamo bisogno di freschezza in attacco, con sull’esterno l’abbiamo trovata e poi Lamela l’ho portato più avanti».
 
PERICOLI - Il Chievo difende in maniera arcigna, non lascia spazi centrali e al momento buono riparte. Condizioni non certo favorevoli per una squadra come la Roma che ha attaccanti che contribuiscono poco alla fase difensiva: «Il contropiede pericolosissimo lo abbiamo subìto solo quando loro lo hanno segnato, per il resto non ci sono state altre situazioni complicate, pericolose. Sapevamo che loro sono molto abili nelle ripartenze ma non le hanno avute almeno sino al gol e la nostra difesa è sempre riuscita a recuperare. I problemi sono stati soprattutto nella costruzione». (...)