IL MESSAGGERO (S. CARINA) - La sensazione è che la questione del terzo extracomunitario sia lalba di un nuovo scontro. Da un lato la Lega di A, dallaltro la Figc e lAic. Come accaduto nellelezione del vicepresidente federale anche su questo nuovo tema, tanto caro ai presidenti di A, le parti sono distanti. Anzi, agli opposti.
LINIZIATIVA - Nonostante non fosse argomento di discussione del Consiglio Federale di ieri, la posizione della Lega di A è nota: «Lapertura al terzo extracomunitario sarebbe una cosa nell'interesse di tutti ha spiegato ieri il presidente Maurizio Beretta che verrà però affrontata in un secondo tempo. Auspichiamo si arrivi a una definizione di regole che metta sullo stesso piano il modo di operare in Italia con quello dei mercati internazionali, senza perdere loccasione di bilanciare e rilanciare l'opportunità di valorizzare i talenti italiani». Sabato si era espresso favorevolmente anche Massimiliano Allegri, tecnico del Milan: «Credo che con la globalizzazione sia una cosa giusta, la ripresa del calcio italiano può passare attraverso la crescita dei giovani».
LO SCETTICISCMO - «Terzo extracomunitario? Di sicuro non è questo che servirebbe per rilanciare i nostri vivai». Diametralmente opposta la posizione del presidente dell'Assocalciatori, Damiano Tommasi. Lex calciatore della Roma è apparso a dir poco scettico sulla richiesta da parte della Lega Serie A di poter tesserare un extracomunitario in più rispetto ai due previsti ora dal regolamento: «Intanto dobbiamo capire la motivazione e se ci sono norme da rispettare che non riguardino solo l'aspetto sportivo. C'è la legge Bossi-Fini che contingenta l'ingresso dei professionisti sportivi e quindi sarà il Coni anche a determinare le quote, ma al di là di questo c'è da capire la vera motivazione». Dello stesso avviso il presidente della Federazione, Giancarlo Abete: «Il mio ruolo è quello di ascoltare ogni proposta e di valutarla in base a quelle che sono le necessità di calciatori e società. Non pensiamo però che questa sia la soluzione definitiva per il problema della qualità del nostro calcio». Aperture sono arrivate invece sulla possibile introduzione delle seconde squadre in Lega Pro: «Visto come funziona all'estero ha spiegato Tommasi - già sarebbe più interessante. Credo che sia giusto analizzarlo». Ma a chiudere ogni speranza ci ha pensato ieri Mario Macalli: «La questione delle seconde squadre in Lega Pro è chiusa, anzi non è mai cominciata. Siccome ci vuole il nostro ok per farle passare, il nostro ok non c'è».