CORSERA (L. VALDISERRI) - Si intrecciano tante prime volte nel derby di campionato numero 140 (48 vittorie della Roma, 54 pareggi e 37 vittorie della Lazio). Per la prima volta il derby si giocherà di lunedì. Uno spostamento dovuto agli impegni di Europa League dei biancocelesti, che crea qualche apprensione in più in
Ultimo dei quali, la sciagurata partita di Palermo che Andreazzoli ha fatto rivedere ai suoi giocatori per mostrare quanto poco siano stati squadra e quanto, invece, singoli a caccia di gloria personale. Vladimir Petkovic, arrivato a inizio stagione tra lo scetticismo generale, ha fatto un grande lavoro con la Lazio, ancora in corsa per tre obiettivi. Lo rivendica, a ragione: «In estate non eravamo neanche sulla mappa dei candidati per lEuropa, mentre la Roma era valutata nel modo giusto, con molti rinforzi, e poteva competere per lo scudetto. Adesso posso sicuramente essere orgoglioso».
In tribuna ci sarà la partita dei due presidenti, che incarnano in modo perfetto la differenza tra i due club. James Pallotta è lamerican style, con una squadra di dirigenti sterminata da controllare in conference call. La tradizione di Jim, come vuole essere chiamato, è comunque positiva: tre partite allOlimpico e tre vittorie. Lotito è il centro di gravità permanente della Lazio e si fida praticamente solo di se stesso. Ha il dente avvelenato per la bocciatura nellelezione a vicepresidente Figc e per quella che ritiene una persecuzione da parte di Platini in Europa League. Sul campo, la Lazio si affida a Klose (tre derby giocati e tre vinti, come il portiere Marchetti). Lunico vero dubbio è tra Mauri e Ederson a sostegno del tedesco. La Roma potrebbe rafforzare il centrocampo con Bradley e schierare la difesa a 4 escludendo Burdisso. Il pareggio, che servirebbe solo alla Lazio, non esce dal 20 aprile 2007. Le due squadre potrebbero ritrovarsi nella finale di Coppa Italia ma la Roma, prima, dovrà passare della semifinale di ritorno contro lInter, a San Siro, il 17 aprile. Ma cè un partito di scontenti che preferirebbe uscire pur di non correre il rischio di una sconfitta in finale. Cose che succedono solo a Roma.