Il calcio è bello senza pari e cretini

09/04/2013 alle 10:32.

CORSPORT (G. DOTTO) - James Pallotta imbattuto, a voler cercare un motivo allegro in fondo a una giornata cadenzata da odiosi cretini fuori dall’Olimpico e una festa rimasta nel gozzo dentro quando, a mezzo metro dalla porta e pochi minuti dalla fine, Lamela finisce in rete e la palla fuori. Punto inutile come una mutanda usata in una spiaggia di nudisti



Si può essere felici per interposta persona? Si può. Questa sera avrei voluto essere felice per interposto Pallotta. Sarebbe stato grandioso rispedirlo in America con un derby vinto in corpo. L’abbiamo spiato prima della partita, in campo, sotto la Sud, strangolato nella sciarpa giallorossa. Dai tempi di Dino Viola non c’era un presidente con una faccia così romanista. Com’è una faccia romanista? Antica, severa ma con filtrazioni corpose di dolcezza, la faccia di un padre che sa dire e fare sempre la cosa giusta, incluso buttarsi vestito in acque gelide. Purtroppo per lui e per noi, l’orrido telecronista ha colpito basso.



Nell’esatto istante in cui ha sentito il bisogno di ricordare (Mazzoleni fischiava l’inizio) che Hernanes non segnava da gennaio ho capito che bisognava solo aspettare. Saldato il debito con il telecronista, il problema è stato per tutto il primo tempo una Roma da non poter guardare. Svilita e svuotata dall’aver almeno cinque giocatori fuori parte, troppo alti Lamela, e Pianjc, troppo basso Marquinho, troppo laterale Bradley. Faceva senso vedere la Lazio arrivare prima su ogni palla, più energica e più lucida. Sembrava la Roma quella reduce dal bagno turco. Il secondo tempo erano i regali di Hernanes (pago di aver premiato il telecronista) e l’immensità luciferina di , finalmente evaso dalla bolla delle celebrazioni.
in campo era elementare buonsenso. Non bastava. Marchetti ha addosso il demonio. Lotito e Tare parevano due sazi piccioni in tribuna. Saranno poco estetici ma gli va dato atto, hanno indovinato quasi tutto di quello che si muove tra panchina e campo.