CORSPORT (M. EVANGELISTI) - L'ottavo peccato capitale può entrare nella liturgia oggi allo Stadio Olimpico. Quello sabaudo. Ma fossimo all'Olimpico di Roma sarebbe la medesima empietà. Una Roma senza Francesco Totti in campo dal primo minuto, si può? Prima o poi deve accadere e Andreazzoli ritiene che
ALLENATORI - Tutto normale, ammesso che qualcosa sia normale nei paraggi di Totti. Il fatto che si possa giocare contro un ottimo Torino senza di lui - magari con Osvaldo, squalificato in Coppa e di conseguenza più abile e più arruolato di Destro nell'impegno di campionato, al centro di un tridente anomalo con Lamela e Marquinho - è di quelle eventualità che inquieta, per esempio, Marco Calvani, allenatore della Virtus Roma di basket. E tifoso giallorossissimo. Le due squadre si sono incrociate ieri all'aeroporto. Calvani ha voluto conoscere Andreazzoli, al quale lo legava sinora solo una divertente confusione tra i due creata da uno scherzo telefonico in radio. Lì nella finzione Calvani era un domatore di leoni e si chiamava Andreazzoli. Ieri nella realtà, mentre De Rossi abbracciava e si scambiava auguri con il fulcro della Virtus, Gigi Datome, il tecnico del basket era la coscienza critica dei romanisti: «Mi preoccupa Totti. Dio ce lo conservi, però il fatto di scoprire che è ancora e sempre lui l'uomo che corre, l'uomo che recupera, l'uomo che distribuisce e conclude, mi fa temere che dopo, perché un dopo purtroppo ci sarà, il futuro sia nebuloso». Bisogna costringere gli altri a prendersi le proprie responsabilità, intende Calvani. Andreazzoli vuole farlo quantomeno in questa partita che significa molto ma nella testa dei giocatori e anche del pubblico lievemente meno di quella di mercoledì. (...) Ma ieri l'idea da srotolare davanti alle ali di Ventura era questa, un 4-3-3 con Piris e Balzaretti sulle fasce, Pjanic in mezzo a Bradley e Florenzi e davanti il tridente a mezze maniche di cui sopra.