IL TEMPO (A. SERAFINI) - «Roma è una città bella, ma non certo semplice». Difficile dargli torto, sicuramente impossibile pensare che questa città possa cambiare. Perché tra eccessi di critica e autocritica, il passare del tempo avvicina inesorabilmente il punto di non ritorno. «Forse il problema è che penso troppo»: un'ammissione quella di Osvaldo, che nonostante
Ma se è ancora troppo presto per mettere la parola fine alla sua tormentata avventura in giallorosso, le scelte future di Andreazzoli potranno definire almeno la durata del suo percorso. Le 23 reti messo a segno dal suo sbarco nella capitale non sono bastate: troppe le incomprensioni con l'ambiente, troppa quella personalità a volte ribelle. Un percorso sicuramente contraddittorio tra numeri, statistiche e un modo di fare, che soltanto chi lo conosce bene (tra cui lo spogliatoio) è riuscito ad accettare.
La sua parabola però ora è arrivata ai minimi termini: dai fischi dell'Olimpico nei minuti finali con il Genoa ad oggi, è trascorso poco meno di un mese. Un tempo in cui il numero nove viene ricordato soltanto per un gesto di stizza verso il vice Muzzi e due panchine consecutive tra Udine e il Parma. Difetti comportamentali e quella vena realizzativa smarrita, hanno infatti convinto Andreazzoli a concedergli più di un turno di riposo. Osvaldo sta benissimo. Poi vedremo se giocherà», ha ribadito il tecnico appena un paio di giorni fa, anche se a questo punto un'altra esclusione complicherebbe ulteriormente le cose.
Dopo la trasferta siciliana infatti, i giallorossi entreranno nella settimana del derby, che a nove giornate dal termine del campionato potrebbe pesare tanto nella conquista di un posto in Europa. Difficile quindi immaginare che la panchina di Palermo possa poi aprire ulteriori chances nella stracittadina ad un attaccante che non trova la porta dal 27 gennaio scorso. Osvaldo spera che i primi segnali di ripresa, possano giungere direttamente domani dal Barbera, quando Andreazzoli deciderà se consegnare il reparto offensivo nuovamente e soltanto nelle mani di capitan Totti. Anche perché all'orizzonte la concorrenza aumenta: il suo amico Mattia Destro è pronto ormai al rientro e le maglie da titolare diventeranno inevitabilmente sempre meno. I mugugni e i dolori del giovane Osvaldo intanto, hanno già superato il grande raccordo anulare e le onde di radio mercato si sono cominciate a far sentire. Se per molti, si tratta ormai sulle basi di un addio già annunciato, la Roma è pronta ad ascoltare soltanto di fronte ad un'offerta importante. Non tanto per ammortizzare i circa 16 milioni spesi più di un anno e mezzo fa, quanto per le qualità di un ragazzo, che a Trigoria viene definito ancora come un patrimonio tecnico ed economico.