IL ROMANISTA (D. GIANNINI) - Fresco come un fiore che sboccia nel primo giorno di primavera. Il gol di Daniele De Rossi al Brasile ha segnato simbolicamente la fine dellinverno. Il risveglio della natura e quello della Nazionale che stava perdendo immeritatamente lamichevole di Ginevra. Una rete dastuzia, da uomo darea di rigore, dattaccante, quale Daniele era agli inizi della sua carriera.
Un gol che da questo punto di vista e per la posizione da cui è avvenuto il tocco ha ricordato in qualche modo quello molto più bello (di interno mentre quello dellaltra sera era desterno) ma decisamente meno utile di Manchester nel 2007.
Stavolta no, stavolta non è stato inutile, stavolta ha dato il via alla rimonta. Eppure, anche una serata felice e una bella prestazione non sono bastate per evitare le chiacchiere sul suo conto, concentrate sul confronto tra il rendimento in campionato e quello con lItalia. Lui lha spiegato subito, a fine partita: «A Roma avranno già ricominciato con la solita, ridicola storia. Che io mi impegno solo con la Nazionale, che voglio segnare solo in azzurro e non in giallorosso. E abbastanza offensivo, ma non ci posso far niente. Non è vero che mi capiscono solo qui. Mi faccio capire dappertutto».
E ancora: «Questo è uno dei miei gol più importanti. A Coverciano sono in bacheca nella top ten delle presenze. Presto sarò pure in quella dei marcatori. Sono a quattordici. Mi dispiace che siamo andati sotto di due gol: nel primo tempo meritavamo noi. Nella ripresa ho giocato davanti alla difesa, so stare anche lì...».
Poi una precisazione. Rivolta non a chi ha bene in mente le sue esultanze senza freni, il suo attaccamento alla maglia, le sua vena gonfia, il suo "daje Roma daje", ma a chi evidentemente pare aver dimenticato tutto questo: «Comunque io tengo alla Nazionale e alla Roma, amo queste due squadre, non devo ripeterlo ogni volta». LItalia la sta trascinando al Mondiale che si giocherà in casa di quel Brasile che è andato a riprendere col suo gol.
Ora non gli resta che riprendersi del tutto la Roma. Anzi, a ben vedere lo sta facendo. Nellera Andreazzoli, cioè nelle ultime 6 partite di campionato, quelle che hanno fruttato 13 punti e la rinnovata speranza di prendere lEuropa che conta, lui cè stato sempre, o quasi (è mancato solo a Bergamo). La società è contenta dellimpegno che ci sta mettendo. Che ci ha sempre messo. Anche nei momenti meno felici. Il nuovo tecnico lo ha rimesso al centro del gioco e ha piena fiducia in lui. Tanto che alla fine di febbraio si era sbilanciato dicendo con sicurezza: «De Rossi è un calciatore di livello assoluto e anche se non sta bene fa la prestazione col cuore e con le capacità tecniche. Fra 2-3 settimane tornerà a essere il campione che è sempre stato». Ci siamo, i tempi coincidono, solo che bisognerà aspettare fino alla vigilia di Pasqua per la controprova. La notte di Ginevra ha portato la primavera. Lo ha fatto simbolicamente.
Al suo ritorno a Roma Daniele la troverà anche dal punto di vista climatico, solo un accenno di quello che si dovrebbe avere sabato prossimo a Palermo, dove non dovrebbe avere problemi ad esserci nonostante la ginocchiata involontaria rimediata da Buffon (la ripresa è prevista per lunedì dopo i due giorni di riposo concessi a tutti da Andreazzoli). Loccasione per zittire tutti, magari anche con il primo gol stagionale, quello che gli manca dal 13 maggio scorso a Cesena. O forse no. Fatto 30, a questo punto vale la pena fare 31, aspettare una settimana, anzi 9 giorni, insomma un turno di campionato. Per sbloccarsi nelloccasione più giusta...