De Rossi, passato, presente e futuro

22/03/2013 alle 18:13.

ILCATENACCIO.ES (A. MOSCHELLA) - Esiste un legame solido tra l’Italia di Lippi e quella di Prandelli che più di ogni altro ha rappresentato la continuità e la versatilità. Si tratta di Daniele De Rossi, il più giovane dei senatori azzurri, che ieri ha

Nessuno come il mediano della Roma rappresenta quel continuum tra un glorioso passato, un presente solido e un futuro speranzoso. Se Pirlo e Buffon, a 35 e 34 anni rispettivamente, sono certezze che verosimilmente diranno addio dopo Brasile 2014, De Rossi, che ancora deve compiere 30 primavere, si propone come pietra miliare per molto tempo ancora.

Dopo il debutto in nazionale a soli 21 anni, è entrato stabilmente nel giro azzurro e la sua tempra gli ha permesso di riuscire ad andare avanti nonostante l’onta del colpo proibito a McBride nel mondiale 2006. Il rigore calciato in finale contro la Francia, il più importante perché successivo all’errore di Trezeguet, ha dimostrato a tutti il suo coraggio e il suo valore. Da lì in poi in mediana è stato insostituibile e nel disastroso Lippi bis del 2010 è stato tra i pochi a salvarsi nonostante la figuraccia generale dell’Italia.

Ma l’ostiense, sia in azzurro che in giallorosso, non è solo il collante della squadra che unisce i reparti con la sua tenacia e la sua visione di gioco. È un calciatore duttile tatticamente, che è riuscito a disimpegnarsi perfettamente anche nel ruolo di libero, come ben testimonia l’1 a 1 contro la Spagna nel girone di qualficazione dello scorso Europeo. Spirito di sacrificio misto a un senso della posizione molto sviluppato: questo è ciò che rende uno tra i giocatori più completi in circolazione, con il permesso di Steven Gerrard, totem del Liverpool.

La nazionale, da sempre banco di prova di tutte le grandi personalità, è lo specchio del suo potenziale. vanta già 84 presenze e 14 gol, che lo rendono il miglior cannoniere romanista di sempre e il secondo miglior marcatore in azzurro ancora in attività dopo Alberto Gilardino (17), il quale però è un attaccante. Il gol di ieri sera è il segnale che Daniele c’è, che Prandelli crede in lui e l’Italia anche. Con queste premesse, provarci in Brasile tra 1 anno e mezzo non sarà proibitivo.