IL TEMPO (S. PIERETTI) - Balotelli riapre le porte della nazionale a Francesco Totti. E se il ritorno del romanista in azzurro andrebbe bene a lui, allora andrà bene a tutti. Si erano lasciati tre anni fa in una finale di coppa Italia tra Roma e Inter allOlimpico, tra insulti e calcioni. Poi nessunaltra occasione per incrociarsi, con
«Totti in nazionale? Magari, è un fenomeno afferma il centravanti del Milan - campioni come lui sono sempre ben accetti in squadra». Argomento chiuso. Se ne riparlerà fra dodici mesi. Intanto bisogna pensare alla prossima trasferta in programma a Malta. Lattaccante ha le idee chiare. «Dicono che sono tra i primi 5 attaccanti al mondo - afferma ancora davanti a taccuini e microfoni - ringrazio chi afferma queste cose ma io sono me stesso e basta. Vedo in me un miglioramento, sto crescendo, sto cambiando da tempo solo che prima i miei progressi non si notavano perché non giocavo frequentemente. Ora che gioco spesso i miglioramenti si vedono di più. Dell'amichevole col Brasile penso che sia stata una bella partita, mia madre si è divertita a vederla, mentre mio padre prima mi ha rimproverato perché ho sbagliato troppe occasioni poi mi ha fatto i complimenti per il gol segnato. Io vado avanti, non penso alle occasioni mancate contro il Brasile, semmai a quelle che avrò in futuro. Il mio prossimo obiettivo è quello di far bene contro Malta, spero di fare una grande partita».
E già, perché i complimenti fanno piacere, ma le vittorie ancor di più. E nel prossimo turno in programma a La Valletta serviranno i tre punti per consolidare il primato nel girone e prepararsi nel migliore dei modi alla partita che attenderà gli azzurri a Praga il 7 giugno contro la Repubblica Ceca. Prandelli farà ancora affidamento sul nuovo talento azzurro, sempre più uomo squadra, sempre meno bad boy. «Ora sto simpatico a qualcuno e non antipatico a tutti, ed è già qualcosa - ironizza Supermario - dopo l'ultimo Europeo la mia popolarità è cresciuta, l'ho notato da come si comporta la gente. Prima mi volevano bene solo i tifosi della mia squadra, ora tifano per me anche gli altri. Anche se io ho sempre avuto accanto persone chi mi vogliono bene, a partire dai miei genitori e dai miei amici. Il mister conosce la mia famiglia e parte dei miei amici, sa chi frequento e che persone sono. Non sono mai stato montato - sottolinea - ho fatto la mia vita, ma ora lavoro bene. Sono maturato affrontando esperienze buone e cattive, impari dagli errori, e cresci. Ora mi alleno bene, e non corro più in macchina. Se potessi tornare indietro eviterei di gettare per terra la maglia dellInter».
Uno sguardo al passato e un altro al futuro, pensando a un mondo migliore, a un mondo senza differenze etniche, di razza o religione. «Il razzismo è una cosa che mi dà fastidio, mi fa rabbia. Purtroppo di fronte a questo grande problema ci sono miglioramenti minimi, questo mi dispiace. Sono daccordo con Boateng quando dice che per debellare il razzismo è necessario collaborare tutti insieme». Da un compagno di squadra allaltro: El Shaarawy. «Stiamo quasi sempre insieme, sono contento di aver trovato un amico e un compagno di squadra - conclude Balotelli - lo aiuterò sotto tutti i punti di vista e sono certo che lui si comporterà allo stesso modo con me». Unalleanza tra italiani di seconda generazione, che vanno sempre a cresta alta.