CORSPORT (R. PERRONE) - Non è la «manita» mostrata da Francesco Totti a Igor Tudor l8 febbraio 2004, notte dellultima vittoria della Roma sulla Juventus allOlimpico (4-0), però per la Juventus è comunque una bella botta, comequella c
La sua forza propulsiva si è esaurita in Champions e non cè stato tempo di recuperarla. La Roma conquista il primo successo del 2013 (Coppa Italia esclusa) con un approccio prudente ma deciso, organizzato ma senza cedimenti, né timori reverenziali. Il gruppo imbarazzato e nervoso di Genova ora punta allessenziale. Coperto e allineato, ma pronto ad accelerare il gioco e a sfruttare le occasioni. I meriti della Roma sono evidenti tanto quanto i demeriti bianconeri. Quasi tutti, a parte Buffon, giocano al di sotto delle loro possibilità. Pogba, Vidal, Matri, Vucinic, perfino Pirlo, con unattenuante: prende un calcione sul ginocchio da Totti e dopo non è più lo stesso, quello capace di impegnare Stekelenburg in una grande (e unica) respinta su punizione. La Juventus offre una sensazione dimpotenza per tutta la partita, anche se questa si accentua di più dopo il gol a inizio secondo tempo.
Nel primo il procedere bianconero è tranquillo e questo atteggiamento, che non concede nulla allavversario, può essere scambiato per tranquillità. Errore. Andreazzoli schiera la difesa a tre come a Genova, con Piris al posto di Castan. Non deluderà malgrado langoscia iniziale dei tifosi. Il fatto rilevante è che spesso, in mezzo al campo, si creano delle voragini specialmente quando riparte lazione della Roma. E ciò significa che laggressività dei due dioscuri di Pirlo, Vidal, soprattutto, e Pogba, non è così intensa. Prima di infrangersi sullattenta retroguardia bianconera, dove torna Bonucci, dopo due turni di squalifica, la Roma ha buon campo per il fraseggio anche se le linee sono orizzontali, a parte qualche tentativo di Lamela in verticale palla al piede. Non sembra, a vedere il primo tempo, che possa rivedersi la Juve abulica e svagata che affondò a San Siro con il Milan dopo i fuochi dartificio con il Chelsea.
Insomma, la Roma non ha una palla gol, non costringe Buffon a una parata (mentre Stekelenburg è strepitoso su Pirlo, facendo il miracolo che non gli riuscì allandata), pur tenendo a bada la capolista. Si tratta di una prestazione, da una parte e dallaltra a scartamento ridotto che, però, Totti scardina. Il secondo tempo comincia attraversato da unelettricità inaspettata, ci sono più azioni offensive nei primi dieci minuti che nel resto della partita. Entrambe le squadre vanno un paio di volte vicine al gol, Buffon respinge su Pjanic, compie una magia su Osvaldo, Stekelenburg chiude bene sul suo palo contro Matri, Vucinic va di un niente a lato. Poi la Juve si distrae e consente a Totti di avere campo su una respinta dal centro dellarea. Lo stadio urla «gol» prima ancora che il capitano colpisca il pallone. Il tempo per recuperare cè, la Juventus no.