Totti l'antiJuve

17/02/2013 alle 12:44.

CORSPORT (R. PERRONE) - Non è la «manita» mostrata da Francesco Totti a Igor Tudor l’8 febbraio 2004, notte dell’ultima vittoria della Roma sulla Juventus all’Olimpico (4-0), però per la Juventus è comunque una bella botta, comequella c

La sua forza propulsiva si è esaurita in e non c’è stato tempo di recuperarla. La Roma conquista il primo successo del 2013 (Coppa Italia esclusa) con un approccio prudente ma deciso, organizzato ma senza cedimenti, né timori reverenziali. Il gruppo imbarazzato e nervoso di Genova ora punta all’essenziale. Coperto e allineato, ma pronto ad accelerare il gioco e a sfruttare le occasioni. I meriti della Roma sono evidenti tanto quanto i demeriti bianconeri. Quasi tutti, a parte Buffon, giocano al di sotto delle loro possibilità. Pogba, Vidal, Matri, Vucinic, perfino Pirlo, con un’attenuante: prende un calcione sul ginocchio da e dopo non è più lo stesso, quello capace di impegnare Stekelenburg in una grande (e unica) respinta su punizione. La offre una sensazione d’impotenza per tutta la partita, anche se questa si accentua di più dopo il gol a inizio secondo tempo.

Nel primo il procedere bianconero è tranquillo e questo atteggiamento, che non concede nulla all’avversario, può essere scambiato per tranquillità. Errore. Andreazzoli schiera la difesa a tre come a Genova, con Piris al posto di . Non deluderà malgrado l’angoscia iniziale dei tifosi. Il fatto rilevante è che spesso, in mezzo al campo, si creano delle voragini specialmente quando riparte l’azione della Roma. E ciò significa che l’aggressività dei due dioscuri di Pirlo, Vidal, soprattutto, e Pogba, non è così intensa. Prima di infrangersi sull’attenta retroguardia bianconera, dove torna Bonucci, dopo due turni di , la Roma ha buon campo per il fraseggio anche se le linee sono orizzontali, a parte qualche tentativo di Lamela in verticale palla al piede. Non sembra, a vedere il primo tempo, che possa rivedersi la abulica e svagata che affondò a San Siro con il Milan dopo i fuochi d’artificio con il Chelsea.

Insomma, la Roma non ha una palla gol, non costringe Buffon a una parata (mentre Stekelenburg è strepitoso su Pirlo, facendo il miracolo che non gli riuscì all’andata), pur tenendo a bada la capolista. Si tratta di una prestazione, da una parte e dall’altra a scartamento ridotto che, però, scardina. Il secondo tempo comincia attraversato da un’elettricità inaspettata, ci sono più azioni offensive nei primi dieci minuti che nel resto della partita. Entrambe le squadre vanno un paio di volte vicine al gol, Buffon respinge su , compie una magia su Osvaldo, Stekelenburg chiude bene sul suo palo contro Matri, Vucinic va di un niente a lato. Poi la si distrae e consente a di avere campo su una respinta dal centro dell’area. Lo stadio urla «gol» prima ancora che il capitano colpisca il pallone. Il tempo per recuperare c’è, la no.