Fiorentino: «Siamo molto scettici, gli americani lo sanno»

24/02/2013 alle 09:25.

IL MESSAGGERO (U. MANCINI) - Paolo Fiorentino, vicedirettore generale di Unicredit, segue da vicino le sorti della Roma. Andiamo al punto: l’arrivo dello sceicco Al Qaddumi ha tanto il sapore di una bufala. Voi lo conoscete?

«Non abbiamo avuto nessun contatto, non lo conosciamo. Ancora non si può parlare di bufala, bisogna aspettare».



Avrete fatto comunque dei riscontri sulla consistenza patrimoniale di questa persona.


«Ci siamo mossi ma non è emerso nulla di significativo».



Sarebbe sufficiente osservare la casa dove vive per dare una risposta. Non sembra un palazzo reale da cui lanciare l’assalto alla Roma.


«Evidentemente gli americani hanno un set di informazioni diverso dal nostro. Cosa possibile e per certi versi auspicabile. Ma noi siamo stati fuori dalla trattativa e abbiamo saputo dello sceicco solo 15 giorni fa».



Con una certa sorpresa.


«Da tempo gli americani cercano un altro socio per allargare la platea. Unicredit ha preso atto di questa volontà che, del resto, condivide».



Non la stupisce che Pallotta abbia informazioni più precise che Unicredit?


«Abbiamo ribadito anche ieri il nostro scetticismo al socio americano, ma loro sono liberi di scegliere e hanno delle certezze che noi non abbiamo».



Ma i tifosi cosa debbono augurarsi?


«Chiarezza in tempi rapidi».



Anche la Consob ha chiesto massima trasparenza visto che la Roma è quotata.


«Poche ore e sapremo. Entro lunedì o al massimo martedì lo sceicco dovrà dimostrare di avere i quattrini. Senza soldi tutto svanirà».



Se così fosse Pallotta non farebbe una bella figura.


«Gli americani hanno il diritto di cercare nuovi investitori. Forse l’operazione doveva restare sotto traccia ancora un po’».



Per le opportune verifiche?


«Magari ci sbagliamo, ma i dubbi sulla consistenza patrimoniale ci sono. Con gli americani, socio solido e leale, c’è la massima intesa. Hanno informazioni che non possediamo e seguono una strada autonoma».



Ma non siete stati minimamente coinvolti?


«No».



Non le pare strano?


«Hanno trattato una partecipazione nel loro veicolo societario e hanno il diritto di farlo, giudicando adeguata la loro capacità di valutare e non necessario il nostro supporto. Lo sceicco è una opzione. Almeno per ora».



E poi?


«Vedremo. Di certo la ricerca di un nuovo socio continuerà».



Voi volete uscire?


«Stiamo cercando di allargare la base azionaria per dare il massimo equilibrio possibile. Vogliamo ridimensionare la nostra presenza, La Roma non è il nostro core business».



I conti non vanno benissimo.


«Il conto economico non è felicissimo ma la situazione patrimoniale è brillante. Abbiamo creato valore con un parco giocatori di assoluto livello e che non merita questa classifica».



Avete cambiato due allenatori e perso quattro derby: le stagioni non sono proprio esaltanti.


«Sono stati fatti grandi sforzi e importanti investimenti. La squadra è giovane e darà grandi soddisfazioni».



Anche senza lo sceicco di Perugia?


«La pressione mediatica e quella della Consob faranno presto luce».