GASPORT (A. PUGLIESE) - Dovesse andare come sembra, potrebbe essere una partita dai tratti storici. Una Roma che balla il sirtaki, per la prima volta nella sua storia con due greci in campo contemporaneamente (in tutto, sono 5 i giocatori ellenici che hanno vestito la maglia giallorossa, il primo fu Lampros Couthos). Può
Duello L'ultimo arrivato, dunque, si sta pian piano facendo strada e ora Vasilis Torosidis può sfruttare le tre settimane di stop a cui sarà costretto Federico Balzaretti (il suo rientro è previsto per la sfida con la Juventus del 17 febbraio), anche se il greco lunedì è stato esplicito: «Il mio ruolo è quello di esterno destro, ma posso adattarmi come ho già fatto sia con il club sia con la Nazionale». Torosidis (che a Bologna ha giocato nonostante un risentimento muscolare, ndr) ha infatti giocato come mediano e, appunto, come terzino sinistro. Lì può adattarsi domani, dove si giocherà il posto con Dodò, il brasiliano che sulla carta (ad inizio stagione) doveva essere il titolare nel ruolo. Dodò non è ancora pronto e anche a Bologna ha mostrato limiti atletici. Di buono c'è che negli ultimi 15 giorni non ha praticamente saltato una seduta di allenamento, il che dimostra segnali di miglioramento. Zeman si toglierà il dubbio oggi, ma la scelta non esula da questi due: Torosidis o Dodò, con il greco che potrebbe aver già messo la freccia del sorpasso. «Sono contentissimo del suo arrivo, Vasilis è un giocatore di qualità, esperienza ed abituato alle vittorie ha detto il connazionale Panagiotis Tachtsidis ad un'intervista al sito greco Gazzetta.gr Sono entusiasta che abbia deciso di ripartire proprio da qui, da Roma, con una nuova avventura».
Taxi smemorato Già, Tachtsidis, l'uomo che con Goicoechea è nell'occhio del ciclone, il più contestato dalla tifoseria in assoluto, anche se lui sembra non essersene accorto. O almeno fa finta, visto che la scorsa settimana aveva ammesso di essere dispiaciuto dei fischi, mentre stavolta sposta l'ago della bilancia. Così tanto che quando gli viene chiesto del disappunto della gente per il fatto che Zeman faccia giocare lui e non De Rossi, il greco risponde così: «Ma questo è un problema ingigantito dalla stampa, le cose non stanno proprio così. E poi io ho un ottimo rapporto con Daniele come con tutti gli altri». Il rischio, dovesse giocare domani, è che Tachtsidis torni a rendersi conto che il problema è amplificato più dalle sue prestazioni che dalla stampa. Poi Panagiotis racconta il suo momento ed il fatto di non sentirsi sicuro del posto, nonostante la fiducia manifestatagli dal boemo: «Con lui non contano nomi o carriere, ma solo il lavoro duro in allenamento e il fatto di essere in una condizione migliore. È per questo che non mi adagio, a questi livelli non puoi permetterti il lusso di rilassarti e pensare che sei una chiave della squadra. I due anni di Serie B sono stati come una scuola, ora sta andando tutto bene, compresa la chiamata della nazionale. Arrivare alla Roma è stato come vivere una fiaba con il finale perfetto». Dove ha cambiato anche ruolo, perché in Grecia se lo ricordano come un dieci. «È vero, prima giocavo da centrocampista offensivo, ma da quando sono in Italia ho cambiato ruolo e quello dove gioco ora penso sia il migliore per le mie caratteristiche». L'obiettivo, per lui, ora è rendere questa stagione davvero bella. Per farlo, deve crescere. In campo, come prestazioni.