GASPORT (A. PUGLIESE) - E quando meno te l'aspetti, ecco il coniglio dal cilindro e una semifinale inattesa. Stavolta, però, senza marchio di fabbrica, ma con una rivoluzione tattica che neanche i tecnici più moderni avrebbero immaginato per la scuola zemaniana. Del resto, il 4-3-3 era l'ultima vera sicurezza che restava nel
Rivoluzione Non gli era mai successo prima ed a dire il vero il pensiero non lo aveva neanche mai sfiorato. Non certo a Foggia, ma neanche nelle altre mille avventure, dalla Lazio fino a Pescara. Sempre fedele al modulo, quasi come fosse la bibbia. Ed invece ieri Zeman ha deciso di dare una spallata anche a tutte le critiche, soprattutto a quelle di chi negli ultimi giorni lo aveva definito bollito, incapace di innovarsi. «Nonostante tutto, eravamo decisi a giocarci la partita continua . Normale subire in queste situazioni, ma i ragazzi si sono sacrificati ed il risultato li ha premiati. Vittoria decisiva per il mio futuro? Non penso, sento la fiducia della società. Ci siamo complicati un po' la partita, non sfruttando le palle facili».
Destro e i gol Ma siccome i tabù cadono sempre insieme, ecco che nel giorno della rivoluzione tattica, arriva anche quella statistica, con lo 0-0 che è il primo della stagione romanista (l'ultimo sulla panchina della Roma fu sempre con la Fiorentina, il 21 febbraio 1999), ben 619 giorni dopo l'ultimo in assoluto (Foggia-Taranto 0-0, 8 maggio 2011). Ieri, alla fine, ci ha pensato proprio l'uomo più discusso, Mattia Destro, che in mezzo ad un lavoro massacrante, aveva fallito altri due gol facili facili. «Mattia per noi è un giocatore importante, ha lottato tanto e avuto anche altre occasioni chiude Zeman . Il ragazzo ha voglia, speriamo solo che questo gol gli serva davvero per sbloccarsi». Appunto.