IL TEMPO (A. SERAFINI) - Non parlate di continuità quando nominate Mattia Destro, perché oltre all'altalena di prestazioni e rendimento, c'è da fare i conti anche con la dea bendata. La «capocciata» finita alle spalle di Handanovic, (che permetterà ai suoi di partire in minimo vantaggio a San Siro nella semifinale di ritorno), è stata spazzata via qualche minuto dopo da un contrasto con Chivu: un urlo di dolore, l'ingresso dei medici, e un momentaneo sospiro di sollievo in quella corsa leggera fino al triplice fischio. La notte però, non ha portato consiglio, anzi ha regalato all'attaccante di Ascoli una caviglia gonfia e dolorante.
Da Trigora filtra un minimo di preoccupazione per una distorsione, che potrebbe nascondere l'incubo di una lesione. È stato confermato dallo stesso Destro che ieri alla presentazione del suo nuovo scarpino ha risposto così ai numerosi tifosi che gli chiedevano delle sue condizioni: «Non sto al meglio, sento ancora fastidio dopo il colpo ricevuto con l'Inter, mi dispiace ma domenica non ci sarò. Spero che non sia niente di grave, sicuramente nelle prossime ore saprò qualcosa in più». Lamela nello scorso novembre, per lo stesso problema fu costretto ad uno stop di 3 settimane: scenario che al «Bernardini» sperano di escludere sin da subito. Destro comunque, sarà costretto a rinunciare all'imminente trasferta, domenica a Bologna, interrompendo di fatto una lenta crescita del ragazzo in convinzioni e fiducia.
Il numero ventidue ha collezionato finora 20 presenze tra campionato e coppa Italia, per un totale di 7 reti.Un bottino, per molti, troppo magro rispetto alle aspettative dei 16 milioni spesi dalla Roma in estate per sottrarlo alle mire di Juventus e Inter. Ma, come spesso accade, i tanti luoghi comuni sulla facilità offensiva degli attaccanti sotto il dominio di Zeman, si sono poi scontrati con la dura realtà. 21 anni, una stagione esaltante a Siena e l'arrivo in una grande piazza, che lo ha accolto come il colpo più caro dell'ultimo mercato italiano. Le prime prove nel ritiro di Riscone in un modulo sconosciuto, i velati, ma non troppo, «attacchi» da parte del suo allenatore e un'acerrima concorrenza con Totti, Osvaldo e Lamela, hanno reso il suo ambientamento, una prova di forza non certo facile da affrontare.
Anche perché quando è stato chiamato in causa, l'emozione dei primi contatti con l'Olimpico e le difficoltà generali della squadra hanno fatto il resto. Nessun alibi o giustificazione comunque per un ragazzo, spesso bersagliato e tenuto costantemente sotto esame dai suoi tifosi, per una serie di errori grossolani davanti alla porta avversaria.
In attesa di conoscere l'entità dello stop, Destro sarà costretto momentaneamente ad interrompere il suo miglior momento in maglia giallorossa, passato dai tre centri consecutivi siglati in Coppa Italia e un miglioramento costante di prestazioni al servizio della squadra. Un gol ogni 58 minuti non bastano ancora per garantirgli un posto da titolare o un'alternativa migliore al suo grande amico Osvaldo. La giovane età gioca comunque dalla sua parte, nella Roma come in nazionale, dove tutti lo disegnano un po' come unico riferimento del prossimo futuro. Le adulazioni del presidente Berlusconi «Lo vedrei bene nel mio Milan dei giovani», non sono passate inosservate, anche se a Trigoria nessuno è disposto a mettersi seduto attorno ad un tavolo per parlarne. Sabatini e Zeman sono convinti che il ragazzo «si farà», come direbbe De Gregori «anche se ha le spalle strette».