Bologna-Roma in panca

27/01/2013 alle 10:38.

IL ROMANISTA (F. BOVAIO) - Anche questa storia di "doppi ex", come quella tra Roma e Inter, inizia da Fulvio Bernardini. Ottimo calciatore, bravo allenatore, sapiente giornalista e uomo d’altri tempi che, dopo aver giocato con i nerazzurri e i

Come sede, logicamente, fu scelta la Capitale, dove il trovò il sostegno dei tanti tifosi della Roma, ancora legatissimi al loro “Fuffo”, che dopo il successo per 2-0 dei suoi venne portato in trionfo in una notte romana che non avrebbe mai più dimenticato. Nella storia delle due squadre troviamo tanti altri doppi ex, tra i quali ci sono molti calciatori ma anche parecchi allenatori. Pensiamo a Mazzone, ad esempio, che ha guidato il in tre diversi periodi della sua carriera (nel 1985- 86, nel 1998-99 e dal 2003 al 2005) e la Roma in tre stagioni consecutive, le prime dell’era Sensi (dal 1993 al 1996). Oppure a Gigi Radice, che sedette sulla panchina rossoblu una prima volta nel campionato 1980-81 per poi tornarci nel 1990-91, subito dopo aver chiuso la sua unica stagione da romanista (1989-90), vissuta nel piccolo Stadio Flaminio e non nel più maestoso Olimpico.

Un anno duro e intenso che si chiuse proprio con un incontro casalingo contro il , al quale Radice sarebbe approdato di lì a poco. Prima di loro avevano allenato entrambe le squadre Gustavo Giagnoni (che al contrario di Radice passò dal alla Roma nell’estate del ’77), Luis Carniglia (quello che in giallorosso non sopportava Manfredini e che, dopo aver lasciato la Capitale, passò proprio alla società rossoblu) e Manlio Scopigno. L’uomo dello storico scudetto vinto con il Cagliari nel 1970 che, però, subì l’onta dell’esonero sia al (nel 1965) che alla Roma (nel 1973). Negli anni Cinquanta erano stati Gipo Viani e l’ungherese Sarosi a guidare entrambi i club. Il primo fu mister giallorosso nel campionato di B 1951-52 e bolognese subito dopo, dal 1952 al 1956. Il secondo fu romanista nella stagione 1955-56 e poi ancora nel 1959. In mezzo a queste due esperienze nella Capitale visse anche un campionato sulla panchina rossoblù (1957-58). Infine, per quello che riguarda il ruolo di mister, citiamo Ferruccio Valcareggi, che da calciatore indossò la maglia del dal 1944 al 1947, mentre da allenatore guidò la Roma nel terribile campionato 1978-79 (in cui subentrò proprio al citato Giagnoni insieme al mister della Primavera Bravi), chiusosi con una salvezza stentata, arrivata solo grazie al 2-2 casalingo con l’Atalanta e al successivo 0-0 di Ascoli. Passando ai tanti giocatori che hanno indossato le due maglie i primi che ci vengono in mente sono il Antonioli e i difensori Mangone e Rinaldi.

Un trio che la Roma di Capello prelevò proprio dal e che in giallorosso si laureò campione d’Italia 2000-01 insieme al giapponese Nakata, che vestì il rossoblu qualche tempo dopo aver chiuso la sua esperienza nella Capitale. Il passaggio dalla Roma al fu maledetto da Maurizio “Ramon” Turone, che decise di lasciare la squadra giallorossa nell’ottobre dell’82, ovvero all’inizio del campionato che l’avrebbe vista vincere il suo secondo scudetto. Una scelta poi rivelatasi sbagliata che gli impedì di festeggiare un titolo che avebbre meritato. Oggi nel troviamo due ex romanisti come Curci e Motta, mentre in giallorosso gioca Osvaldo, che in Emilia passò una stagione nella sua prima esperienza italiana e che l’anno scorso segnò anche il classico gol dell’ex. Alla rinfusa ricordiamo poi che hanno vestito entrambe le maglie anche tre centrocampisti della Roma degli anni ’90 come Cappioli, Maini e Piacentini (che bello quel gol che segnò alla Lazio nel derby); i portieri Sterchele, Pazzagli, Zinetti e Maglioglio; i difensori De Marchi, Romano (detto Mazinga), Tonetto e Wome; i centrocampisti Gerolin, e Sorbi e gli attaccanti Bombardini, Marazzina e Sella. Infine il mai troppo compianto Aldo Maldera, che della Roma è stato un mito e che nel giocò appena tre partite nel campionato 1972-73, in cui, ancora giovanissimo, era stato mandato dal Milan a “farsi le ossa”, come si diceva allora.