Totti e il Faraone

21/12/2012 alle 08:40.

IL MESSAGGERO (M. FERRETTI) - Un breve, ravvicinato incontro tra i due c’è già stato nello scorso marzo, esattamente sabato 24, a Milano. Francesco Totti, il Capitano della Roma, da una parte; Stephan El Shaarawy, il Faraone del Milan, dall’altra. Entrambi titolari, l’uno contro l’altro per cinquantasette minuti, prima

 
LE QUALITÀ Sedici anni di differenza, tra i due. Quando Stephan nasceva, 27 ottobre del 1992, Francesco era già la stella del vivaio della Roma e si alternava tra la Primavera e la prima squadra guidata da Vujadin Boskov in attesa dell’esordio nella massima serie, datato 28 marzo dell’anno successivo. Due attaccanti che non sono soltanto attaccanti. ha già fatto vedere tutto, El Shaarawy sta cominciando a far vedere di tutto. Se rappresenta il meglio del calcio nostrano (almeno) dell’ultimo decennio, e lo dimostrano i numeri, il milanista sembra avviato a raccoglierne l’eredità (almeno) per i prossimi due lustri. Non è facile, del resto, trovare attaccanti che segnano e fanno segnare. Il capitano della Roma sta, per mille motivi, anni luce davanti al milanista, ma le premesse del Faraone non sono così male. Se è vero (e quanto è vero...) che non potrà mai esserci un altro , El Shaarawy è l’italiano che potrebbe più di ogni altro piazzarsi sulle orme di Francesco e cominciare a camminare a testa alta verso il futuro. Se non altro perché lui, come , non pensa soltanto a se stesso ma gioca anche per i compagni. Una qualità che a venti anni, e 14 reti in questo campionato già in cassaforte, non è poca roba. Un discorso in chiave futura che riguarda anche la nazionale: con tutto il rispetto per tutti, non c’è in vista un altro numero 10 migliore del milanista per colmare il vuoto lasciato ormai da anni da nell’Italia. Pian piano, vedrete, El Shaarawy diventerà un numero 10 a tutti gli effetti, e ne trarrà vantaggio anche Cesare Prandelli.
 
IL RUOLO In linea teorica, attualmente sia che El Shaarawy nelle rispettive squadre partono con l’etichetta di attaccante di sinistra, dando però un’interpretazione personalizzata ai rispettivi compiti tattici. più del milanista ha (illimitata) libertà d’azione, è il regista d’attacco della Roma mentre il Faraone pensa più del capitano a fare gol. Una cosa che recentemente gli è riuscita benissimo, al punto di salvare praticamente da solo il Milan nei momenti più delicati della stagione. Gol mai banali, raramente brutti e di complicato sviluppo tecnico. Non sembra di sentir parlare di ? E non v’è dubbio che l’esito della delicatissima sfida di domani dipenderà dal rendimento dei due di maggior talento di Roma e Milan, un ragazzetto di 36 anni e un ventenne che, con rispetto, avrà voglia di alzare ancor più la cresta.