Sette sorelle per lo scudetto

04/12/2012 alle 10:32.

CORSPORT (A. POLVEROSI) - Sono di nuovo sette. All’epoca delle famose sorelle (anni Novanta) l’unica differenza era la presenza del Parma (di Tanzi) invece del Napoli. Le altre sei sono tutte al loro posto, o quasi. A voler essere pignoli si dovrebbe parlare di cinque sorelle e due cuginette, una (la Fiorentina) perché era partita

IL GIOCATORE DECISIVO:

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INTER - Cassano. E’ l’unico giocatore in grado di cancellare il grigio dalla faccia dell’Inter. Con la sua tavolozza di colori, il barese può restituire alla sua nuova squadra un’idea di fantasia. Il suo rientro, dopo la , è provvidenziale non solo per Milito.
 
- Jovetic. Prima del 2-2 e dei disagi con la Samp, sembrava che la potesse farne a meno. Sembrava. Ed era un’impressione sbagliata. E’ preferibile avere sempre in campo un giocatore come il montenegrino.
 
LAZIO - Klose. E’ l’essenza della squadra, il riferimento finale, il punto d’arrivo e di conclusione della manovra. Meglio dell’anno scorso, come gol (uno in più) ma soprattutto come apporto alla Lazio che ne riconosce le qualità straordinarie. Se si possono legare, in un solo giocatore, opportunismo e classe, quel giocatore è Klose.
 
ROMA - . Non importa vederlo in campo, basta guardarlo in tv, durante le interviste. Ha una faccia affilata come i suoi piedi. Difficile stabilire a quale numero di giovinezza sia arrivato, la terza, la quarta, la quinta, boh. Sta di fatto che il suo calcio continua ad essere il più bello di tutti.

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LA CONDIZIONE:
 
 
 - Se conta l’ultima giornata, sta bene. Il Torino (anzi, Glik con la sua follia) ha favorito il derby dei campioni d’Italia, ma in campo avevano una bella faccia. Ci stavano bene. Se conta invece l’ultimo periodo, fissato da noi nelle ultime 5 giornate, va meno bene: 7 punti appena, 6 squadre hanno fatto meglio, la Roma ha rosicchiato 5 punti.

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- La “frenatina” contro la Samp è dovuta in parte all’assenza dei primi tre attaccanti dell’organico e in parte all’atteggiamento realistico della squadra di Ferrara, contro cui Montella ha sofferto. Ma negli ultimi due mesi la ha mostrato una condizione strabiliante.

LAZIO - E’ la squadra più interessante, insieme alla , in questa parte di stagione. Petkovic l’ha inquadrata subito e le ha dato una bella identità. Dopo la mazzata di Catania, ha fatto 3 vittorie (derby compreso) e un pareggio (a Torino con la ): se non sta bene una squadra che fa questi risultati, non sta bene nessuno.

 
ROMA - Prima in classifica delle ultime 5 giornate, con 12 punti e la sconfitta del derby cancellata. Forse è solo un’impressione, ma questa squadra sembra aver trovato la spinta giusta.

MILAN - Sembrava una derelitta, una squadra allo sbando destinata a una stagione senza luci. Adesso qualcosa è cambiato. Anche se è troppo lontana dalla vetta (14 punti), gli ultimi risultati (più che le ultime prestazioni) l’hanno migliorata.

 
 
 
LA QUALITA':
 
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- Se conta solo la qualità dell’organico, non è la squadra top del campionato: nelle concorrenti ci sono delle cime di individualità più elevate (Cavani escluso, ovviamente). Nell’insieme, però, il è forse la squadra più...squadra. Ha dentro il gioco di Mazzarri e sa che questo può essere il suo anno.

INTER - E’ racchiusa nella forza e nella creatività del suo attacco. Per esaltarne le doti, Stramaccioni ha spaccato la squadra in due tronconi: una parte lavora per il recupero della palla e un’altra per portare a casa gol e punti. Quando Cassano, Palacio e Milito stanno bene tutti insieme, per le difese avversarie è un problema serio.

 - La qualità dei viola sta nella qualità del gioco. E’ dall’inizio del campionato che ruba l’occhio. Se si eccettua una parte (diciamo pure una buona parte) dell’ultima gara con la Samp, la non ha mai sbagliato sul piano del gioco. Palleggio, possesso palla e feroce recupero della palla.

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ROMA - L’attacco è straripante, ha una ricchezza incredibile con , , Lamela e Osvaldo: sono quattro grandi attaccanti e ne giocano solo tre...

MILAN - In una squadra dove il gioco fa capolino ogni tanto, l’ordine di Montolivo è assai prezioso. Ma per ora la qualità pura sta in un solo giocatore, El Shaarawy

 

IL PROBLEMA:

- C’è perfino chi rimpiange Trezeguet, non quello del 2006, ma quello di oggi. In effetti manca alla un attaccante di peso capace di risolvere i problemi nelle partite più rognose.

- Rispetto alla scorsa stagione l’organico è stato migliorato, ma non ai livelli della . Fra Cavani e il resto della squadra c’è ancora un distacco netto sul piano tecnico.

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- Con il miglior Jovetic, non si è avvertita l’assenza di un attaccante autentico. Con Toni come sostituto del montenegrino, idem. Ma senza quei due, ai viola manca una punta...punta. Non lo è El Hamdaoui, non lo è (infortunato), potrà diventarlo Seferovic, ma non adesso.

LAZIO - Klose non giocherà contro il e quasi sicuramente recupererà per la partita con l’Inter. Se davvero andrà così, parleremo di un problema minore, se invece salterà anche la sfida diretta con i nerazzurri allora è un guaio. Anche perché a Petkovic mancheranno pure Marchetti e Dias contro il e attenzione a Ledesma: è in diffida, un giallo alla prossima gara e salta l’Inter.
 
ROMA - E’ una squadra di Zeman, può travolgere chiunque e, al tempo stesso, essere travolta da chiunque. Il problema, in questo caso, sta tutto nell’equilibrio che le formazioni del boemo stentano a trovare.

 

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CHI E COSA DEVE MIGLIORARE:
 
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INTER - Ci si aspetta di più dal livello, dalla qualità della manovra che spesso nasce e si sviluppa con molti intoppi. Non c’è un regista alla Pirlo, o alla Pizarro, per questo l’azione va a strappi. E poi Milito deve tornare a segnare, altrimenti è un problema serio.

 

- In una squadra che riecheggia il calcio spagnolo, servirebbe il contributo di due giocatori tecnici che ancora tardano a capire il movimento della squadra e l’intero calcio italiano: Matias Fernandez ed El Hamdaoui. L’ultimo salto in avanti tocca a loro.

 

LAZIO - Gli attaccanti di riserva giocano poco, d’accordo, ma non hanno mai segnato: zero gol di Floccari, Kozak, Zarate e Rocchi. Se si ferma Klose, la Lazio ha bisogno di un’alternativa che invece per ora non ha.

 

ROMA - Occorre più equilibrio, anche se nell’ultima parte del campionato, almeno come numero di gol subiti, un miglioramento c’è stato. Alla 12ª giornata, dopo i 3 gol incassati nel derby, la Roma aveva subìto 23 reti. Nelle ultime 3 gare, appena una.

 

MILAN - Deve migliorare (anzi, deve proprio nascere) il gioco, deve salire la qualità, devono tornare ai loro livelli giocatori come Robinho, Boateng e, infortuni permettendo, Pato

 

PERCHE' PUO' VINCERE LO SCUDETTO:

- E’ campione d’Italia, è in testa alla classifica, ha ancora fame, voglia, rabbia. E’ forte dentro, è una squadra vorace, insaziabile, che si alimenta con le sue stesse vittorie, anche se ultimamente ha perso qualche colpo.

- La è di nuovo nel mirino, ad appena 2 punti. Con questa rincorsa ha dimostrato ai diretti rivali che non avranno vita facile, che sarà battaglia fino all’ultima giornata. E’ una squadra convinta del suo gioco e delle sue possibilità.

INTER - Ha interrotto la serie di imbattibilità della a Torino e chi è capace di una prodezza del genere deve avvertire fiducia nei propri mezzi. Poi è calata di brutto, ma non può rassegnarsi.
 
- Non ha le coppe e questo è un vantaggio considerevole soprattutto per chi sta nascendo adesso. Ha la possibilità di allenarsi e di preparare la gara di campionato con una settimana intera. In più ha il gioco, grazie al quale non è mai stata messa sotto da nessuna avversaria, nemmeno dal e dall’Inter che l’hanno battuta.

 

LAZIO - Se combaciano le grandi stagioni di Ledesma, Hernanes e Klose, niente è proibito a una squadra che ha scorza e talento, spessore tattico e qualità tecnica.

 

ROMA - Come i viola è senza coppe. In più, l’ultimo mese ha dato agli allievi di Zeman la consapevolezza delle loro doti e li ha portati oltre il livello della . Se in una squadra che ha interpreti straordinari metti anche la convinzione, allora il sogno è possibile.

 

MILAN - Se per caso vince lo scudetto, partendo da un distacco di 14 punti dal primo posto, fa il capolavoro della sua storia. Alla 10a giornata la distanza era di 17 punti, il recupero sulla è quasi irrisorio, 3 punti in 5 partite. L’anno scorso la vinse lo scudetto a quota 84, per arrivare a quella cifra il Milan dovrebbe non perdere mai, vincere 20 partite e pareggiarne 3.