Pjanic 28 giorni dopo. Dagli insulti alla gioia

10/12/2012 alle 10:10.

LEGGO (F. BALZANI) - Ventotto giorni dopo, come recita il titolo di un film di Danny Boyle. Tanti ne sono passati dagli insulta in lingua madre di Pjanic verso la panchina di Zeman, dopo il gol del 3-2 contro la Lazio, alle parole al miele del bosniaco nel dopo partita di sabato nei confronti del boemo («Mi lascia libertà. Dopo il derby tutti ci siamo presi per mano»).

Un cambiamento tanto repentino quanto inaspettato. Meno di un mese fa, infatti, il rapporto tra tecnico e calciatore sembrava ai ferri corti, tanto che sia Tottenham, sia avevano bussato alla porta della Roma in vista del mercato di gennaio. Nessuno aveva fatto i conti però con il carattere la voglia di riscatto di che 22 anni li dimostra solo all’anagrafe. Contro Siena e si è visto il vero , quello che la dirigenza giallorossa considera uno degli astri più luminosi del panorama internazionale e per il quale in estate ha rifiutato 25 milioni da parte del . L’immagine della ritrovata armonia nello spogliatoio giallorosso oggi ha proprio il volto del «piccolo Mozart», come era soprannominato a Lione per la grazia e l’eleganza con le quali tocca il pallone.

Doti che a Trigoria conoscono da tempo ma che lui aveva fatto vedere finora solo a corrente alternata, colpa di un equivoco tattico nato già nella scorsa stagione con Luis Enrique. Regista, trequartista, intermedio o attaccante? Zeman, contro Siena e , lo ha schierato esterno al posto dell’infortunato Lamela in una sorta di 4-3-2-1 con il bosniaco e a danzare tra le linee. E l’intesa tra i due (e con il resto della squadra) è sembrata proprio una sinfonia del celebre musicista austriaco. Col rientro di Lamela (previsto domenica contro il Chievo), potrebbe tornare nel ruolo di intermedio al posto di Bradley in un centrocampo che sembra però aver finalmente trovato la giusta sintonia. Problemi di abbondanza di una Roma che contro la in panchina poteva annoverare nomi del calibro di Osvaldo, Stekelenburg, Burdisso, Perrotta, Lamela e .