GASPORT (P. ARCHETTI) - Non poteva finire 0-0, perché non è nella filosofia zemaniana un esito del genere, quindi si è anche pensato che il destino avesse calato la nebbia sul Bentegodi per impedire un risultato straordinario, sempre dal punto di vista del boemo. Il quale dopo non ha commentato la sconfitta, subita
I motivi Anche se davanti continuano a mangiarsi punti a vicenda, il primo stop dopo il derby dell'11 novembre raffredda la rincorsa alla Champions, e dietro sta arrivando il Milan. La Roma ha centrato la porta soltanto due volte, la sarabanda di palle gol zemaniane su entrambi i fronti non si è vista, anche se nel primo tempo si arrivava facilmente da un'area all'altra, ma non dentro. Due capriole dei portieri, molti meriti ai difensori, i più bravi sulle due sponde, due centravanti dalla luna storta, Osvaldo e Paloschi. Corini ha rimediato con Pellissier, il collega non ce l'ha fatta a risalire con Destro, infilato tardi e al posto di Totti. Il capitano e Pjanic hanno danzato tanto lontano dall'area, pure il centrocampo non era in grado di velocizzare (Tachtsidis) o trovare la botta velenosa (Bradley). Quindi l'esclusione iniziale di De Rossi ha dato ancor più ragione a chi la riteneva errata. L'azzurro si è poi trovato protagonista sulla scena del gol, con un sospetto fuorigioco che fa litigare le moviole ma sembra non esserci. Bravo Pellissier a crederci e ad aggirare il portiere, in vista della fine (87').
Chievo sprint Così il Chievo quasi toglie ai rivali il titolo di squadra più in forma del campionato: terza vittoria consecutiva, +7 sulla terzultima, primo successo sulla Roma al Bentegodi, alcune mosse che hanno insabbiato il motore altrui. Il sistema tattico più giusto sarebbe 4-3-2 e Hetemaj, nel senso che il finlandese parte alto a sinistra ma arretra, soccorre, aziona il contropiede e corre finché ne ha. Nel secondo tempo, visto qualche problemuccio sulla sua destra, Corini sposta lì Cofie (simil 4-4-2) e fa tornare la calma nel settore. Che la rete sia confezionata da due cambi (lancio di Marco Rigoni), può essere visto come grande abilità o fortuna: gli allenatori sono abituati ai giudizi ondivaghi.
Arbitro Tutto ciò forse sarebbe stato diverso se Bergonzi avesse fischiato due rigori: un calcio di Dainelli nella ripresa a Totti, un'entrata al limite di Guana su Balzaretti. Magari i romanisti, poi furibondi, li avrebbero sbagliati, però dopo il secondo fallo sgorga l'azione del gol. Quindi poteva finire anche 0-0, senza bisogno della nebbia. Sarebbe stato probabilmente più giusto, visto l'equilibrio.